Dal nuovo tavolo al Ministero dello sviluppo economico emerge  una condivisione del metodo del confronto, ma si stenta ad entrare nel vivo della trattativa su quelli che sono i nodi focali. Sul tavolo, rimangono infatti intatte tutte le questioni, dal piano industriale a quello ambientale, per finire agli aspetti salariali e a quelli occupazionali. Del resto, è evidente a tutti quali e quante siano le tensioni che ora sembrano trovare nuova linfa anche nell’avvicinarsi della scadenza elettorale. Insomma, una partita già complessa rischia di diventarlo ancora di più con sullo sfondo il destino di almeno 4mila degli oltre 14mila lavoratori, stante la dichiarazione dell’azienda che ha sempre parlato di non più di 10mila addetti. Se l’attenzione si riversa soprattutto su Taranto, visto il ricorso al Tar di Comune e Regione, non si può dimenticare che la spada di Damocle pende anche sulle teste dei lavoratori degli stabilimenti di Genova e Novi Ligure.