Nell’arco del 2017 le vendite al dettaglio hanno registrato una nuova flessione, diminuendo dello 0,6% dopo il calo dello 0,3% già registrato alla fine del 2016. A determinare la contrazione sono state sia le vendite di prodotti alimentari (diminuite di quasi un punto, -0,9%), che quelle di prodotti non alimentari (-0,3%). Una dinamica negativa, legata soprattutto agli esercizi di dimensioni più piccole: tra le imprese con oltre 50 addetti le vendite sono infatti aumentate dell’1,7%, mentre sono rimaste più o meno stabili in quelle con 6-49 addetti (+0,1%). In forte calo, invece, le vendite degli esercizi con al massimo cinque dipendenti: -2,3%.  Stentano dunque a ripartire i consumi. Secondo quanto indicato dall’Istat nella nota mensile, nel terzo trimestre del 2017 la spesa delle famiglie per i consumi finali, pur aumentando dello 0,2%, ha registrato una decelerazione rispetto ai due trimestri precedenti. A guidare le scelte dei consumatori è la prudenza e tali comportamenti sono attesi proseguire anche nei prossimi mesi. Il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, si legge nella nota «è aumentato ad un tasso più elevato (+0,7% in termini congiunturali), determinando un significativo incremento della propensione al risparmio delle famiglie (0,5 punti percentuali). A fronte di una diminuzione dello 0,1% del deflatore implicito dei consumi, il potere d’acquisto delle famiglie, ha segnato un marcato aumento (+0,8%)».