Così il Rapporto Italia dell’Eurispes: risale lentamente la fiducia nelle istituzioni, ma il governo è bocciato

 

È una fotografia da tenere bene a mente in queste settimane di campagna elettorale: gli italiani sono «delusi» e «confusi». Giunto alla sua 30esima edizione, il Rapporto Italia 2018 dell’Eurispes spiega molto della situazione sociale, politica ed economica del Paese. La fiducia degli italiani nelle istituzioni registra una lenta risalita, dopo anni di generale disaffezione, ma governo e Parlamento presentano uno scarso gradimento. Nello specifico, il governo viene bocciato: «In pochi – spiega infatti lo studio – si dicono convinti che sia riuscito a mettere mano ai conti pubblici, risanandoli (18,7% contro l’81,3%)». Tra le attese non corrisposte il rilancio dei consumi e la gestione della crisi immigrazione (per entrambe le voci appena il 24% circa dei giudizi positivi), la lotta alla disoccupazione (80% contro 20%), offrire prospettive ai giovani (80% e 20%), maggiori diritti per i cittadini (76,3% contro il 23,7%), garantire la coesione sociale e sostenere la natalità (77,2% contro il 22,8%), la diminuzione della pressione fiscale (80,6% contro 19,4%) e portare a termine una buona riforma elettorale (79,5% contro il 25,5%). Gli anni peggiori della crisi economica sono alle spalle, d’accordo, ma questo non significa che siano svaniti tutti i problemi. Tante famiglie vivono in condizioni critiche, quattro italiani su dieci sono costretti a intaccare i propri risparmi per arrivare a fine mese e solo il 30,5% riesce a far quadrare i conti senza grandi difficoltà. Insomma, resta evidente uno scollamento che neppure la ripresa – fragile e determinata dalla spinta di alcuni settori e non da uno slancio collettivo – è riuscita a limitare. Al punto che continuare a parlare di “Sistema Paese”, precisa lo studio, è ormai improprio: sarebbe più corretto parlare di due entità, in maniera distinta. Così il Paese si sente «deluso» perché «tradito da un Sistema che non riesce più a garantire crescita, stabilità, sicurezza economica, prospettive per il futuro». Dall’altra parte, invece, «il Paese non riesce a rendersi conto di trovarsi di fronte a cambiamenti epocali che mettono in discussione le antiche certezze». Quest’ultime, al contrario, sono le solite da tempo per molte persone. Ovvero le difficoltà a pagare le utenze (per il 29,4%) e le spese mediche (23,3%) e gli affanni se c’è da sostenere il mutuo o l’affitto.