di Caterina Mangia

In Italia tutto è possibile, anche svegliarsi una mattina e non avere più una professionalità riconosciuta.
Lo rischiano da tempo i tassisti, i quali da anni difendono le loro licenze dalle liberalizzazioni: questa, però, è la volta degli erboristi.
Un decreto presentato dall’esecutivo dopo Natale cancella di fatto il mestiere dell’erborista, proponendo l’abrogazione di una legge del 1931 che ne istituiva la figura professionale: un mestiere “vecchio” 87 anni rischia così di tramontare. Il testo presentato dal Consiglio dei ministri punta inoltre ad annoverare la coltivazione e la prima trasformazione delle erbe officinali tra le attività meramente agricole, senza che ne venga riconosciuta la specificità.
E’ così nato l’hashtag #salvalerborista: i lavoratori, i negozi e le imprese del comparto si troveranno improvvisamente senza ragion d’essere. Per non parlare degli studenti iscritti ai corsi di laurea in Scienze e tecniche erboristiche, inseriti in un percorso finalizzato a una qualifica inesistente.
E’ stato Angelo Di Muzio, presidente nazionale della Federazione erboristi italiani a lanciare l’allarme, avvertendo che la de specializzazione provocherà «l’ingresso di soggetti assolutamente non qualificati con gravi ripercussioni commerciali e soprattutto per la sicurezza dei consumatori».