di Francesco Paolo Capone
Segretario Generale Ugl

Fine anno, tempo di bilanci. Un rendiconto particolarmente importante è quello sulla salute e sicurezza sul lavoro per verificare il livello di tutela e protezione dei lavoratori italiani. Sulla base dei dati messi a disposizione dall’Inail relativi ai primi undici mesi dell’anno che sta per terminare, fra il 1° gennaio e il 30 novembre 2017 si sono verificati complessivamente 589.495 infortuni sul lavoro, di cui 952 con esito mortale. I dati, comparati con quelli relativi allo stesso periodo dell’anno scorso, testimoniano un aumento sia degli infortuni complessivi, 1.900 casi in più rispetto ai primi undici mesi del 2016 (pari ad un +0,3%), che di quelli mortali, 17 casi in più rispetto ai 935 registrati fra gennaio e novembre 2016 (corrispondenti ad un +1,8%). Negli ultimi anni si era registrato un calo di infortuni ma, come il sindacato aveva già da tempo evidenziato, ciò era dovuto sostanzialmente al calo dell’occupazione. E così, ai primi segnali di ripresa, aumentando seppur di poco il tasso di occupazione, sono tornati a salire anche incidenti e decessi in ambito lavorativo. La connessione fra aumento dell’occupazione e degli infortuni è evidente, esistono però anche altre condizioni sfavorevoli alla tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro. Innanzitutto, a causa della crisi le imprese sono meno disposte ad investire nel miglioramento dei luoghi e delle attrezzature ed i lavoratori sono da parte loro più propensi ad accettare situazioni poco sicure pur di avere un impiego. Un’altra condizione sfavorevole è, poi, la maggiore incidenza dell’occupazione flessibile: la precarizzazione del lavoro comporta, infatti, minore conoscenza delle mansioni e minore dimestichezza con le attrezzature e quindi maggiori rischi per la salute e sicurezza. Inoltre l’instabilità dell’impiego, le richieste del datore ma anche la volontà di assicurarsi un posto fisso generano una mole di lavoro eccessiva, con stress e di conseguenza infortuni o malattie professionali. Al lavoratore precario spettano spesso postazioni di lavoro disagevoli, per non considerare la tendenza delle imprese ad esternalizzare proprio le mansioni più gravose o pericolose. Allo stesso modo anche l’innalzamento dell’età pensionabile ha inciso negativamente. L’Inail ha constatato, infatti, una maggiore incidenza di infortuni fra i lavoratori over-60. Unica nota positiva, la diminuzione delle denunce di malattie professionali, 53.865, oltre duemila in meno rispetto allo stesso periodo del 2016 (-3,7%). Occorre partire da questi dati per avviare nel prossimo anno un cambio di rotta volto ad aumentare la sicurezza sul lavoro tramite più formazione, investimenti finalizzati a modernizzare gli impianti e le attrezzature, sanzioni e ispezioni più capillari mediante un potenziamento dell’intero sistema di controllo, da tempo invece ridimensionato.