Arriva il contratto, ma per tutti. Per i pochi fortunati, oltre 240mila dipendenti di Ministeri, Agenzie fiscali ed Enti pubblici non economici, peraltro, l’aumento di circa il 4,5% non copre che una parte di quanto perso dal 2009 (poco meno del 7%). Il contratto collettivo dei dipendenti dello Stato, sottoscritto all’antivigilia di Natale, che per essere efficace dovrà però passare un doppio vaglio da parte del Ministero dell’economia e della Corte dei conti, prevede l’erogazione di un bonus temporaneo compreso fra i 21 e 25 euro per dieci mensilità, da marzo a dicembre 2018, ma solo per la fasce più deboli, quelle che percepiscono il bonus di 80 euro, più un incremento a regime compreso fra i 45 e 60 euro, a secondo dei diversi livelli di inquadramento. A conti fatti, il recupero di quanto perso è inferiore al 60%, a dimostrazione del progressivo impoverimento del personale pubblico e nonostante la sentenza della Consulta del 30 luglio 2015 che mise in mora il governo proprio per il mancato rinnovo dei contratti di lavoro. Tutta da definire la partita della contrattazione di secondo livello, a cui è demandata tutta la parte della premialità. Un accordo che trova consenso esplicito soltanto fra le sigle che avevano sottoscritto l’intesa con l’allora premier Renzi.