Il governo austriaco di Sebastian Kurz ha giurato alla presenza del presidente Alexander van der Bellen. Fondamentale l’accordo raggiunto tra il Partito popolare (ÖVP) e il Partito della libertà di estrema destra (l’FPÖ), che ha ottenuto il ministero dell’Interno, della Difesa e degli Esteri. Kurz ha le idee abbastanza chiare su cosa intende fare, nonostante la sua età (con i suoi 31 anni, è il più giovane cancelliere d’Europa). Il nuovo governo vuole rendere più difficile l’ingresso nel Paese – ottenere il diritto d’asilo diventerà più difficile –, mentre Schengen verrà ripristinato «solo quando le frontiere esterne saranno sicure». Entro il 2020 sarà aumentato il numero di agenti di polizia. Le pene per chi commette crimini sessuali verranno inasprite. Tutto ciò suscita molte apprensioni tra i partner europei. Kurz, però, rassicura che il nuovo governo non ha nessuna intenzione di abbandonare l’Ue: un’eventuale referendum sull’uscita dall’Ue non potrà svolgersi nei prossimi cinque anni. Il programma dell’esecutivo prevede anche aiuti economici per le famiglie, una riduzione delle tasse e l’abbandono del carbone (entro il 2030, le fonti di approvvigionamento energetico dovranno essere esclusivamente rinnovabili). Il nuovo governo è composto da 16 persone: sette ministri e una sottosegretaria del partito popolare ÖVP e sei ministri e un sottosegretario degli alleati del FPÖ.