di Francesco Paolo capone
Segretario Generale Ugl

 La lettera intimidatoria inviata dal capo del personale di Ryanair, nella quale si invitano piloti e assistenti di volo italiani a non aderire allo sciopero del 15 dicembre onde non incorrere in sanzioni aziendali, rappresenta l’apice di un atteggiamento costantemente vessatorio nei confronti dei lavoratori. La low cost irlandese già diverse volte si è trovata al centro di polemiche per vicende analoghe. Emblematico il caso del messaggio all’assistente di volo in cui si minacciava di far saltare i turni di riposo se il lavoratore non fosse riuscito a vendere ai passeggeri una data percentuale di prodotti a pagamento. Così come la cancellazione di migliaia di voli a causa di un considerevole monte ore di ferie non godute da parte dei lavoratori, poi riprogrammate in fretta e furia. Insomma, una gestione aziendale ai limiti della legalità, peraltro in un settore particolarmente delicato a causa della complessità del lavoro svolto per la sicurezza propria e dei passeggeri. Ora però si è toccato il fondo. Intimidire un lavoratore che intende esercitare il diritto di sciopero prefigurando la perdita di futuri aumenti, trasferimenti o promozioni lede un diritto tutelato dall’articolo 40 della Costituzione e disciplinato da apposite leggi che si occupano anche di censurare la condotta antisindacale delle aziende. Oltre ai sindacati, stavolta anche la politica ha condannato il comportamento della compagnia, ma occorre che le dichiarazioni siano seguite dai fatti: per poter accedere al mercato italiano le aziende che intendono operare nel nostro Paese devono conformarsi alle nostre leggi a tutela del lavoro. Per questo è necessario convocare un tavolo con il Ministro dei Trasporti volto ad aprire un’inchiesta sulle reali condizioni dei lavoratori Ryanair: piloti, hostess e steward. I limiti imposti dalla legge non possono mai essere oltrepassati in nome del profitto di pochi e di un apparente risparmio dei consumatori. Un risparmio che a lungo andare presenta un conto molto salato. Ora che sempre più spesso, da Amazon ad Ikea fino a Ryanair, si sta rivelando il vero volto della globalizzazione ultraliberista basata sulla svalutazione del lavoro è ormai evidente che l’attacco ai nostri standard di vita sta dilagando in ogni settore, mettendo a repentaglio il nostro stesso modello sociale.

Fare luce sulle condizioni di lavoro nella low-cost

Intimidire un lavoratore che intende esercitare il diritto di sciopero prefigurando la perdita di futuri aumenti, trasferimenti o promozioni lede un diritto tutelato dall’articolo 40 della Costituzione e disciplinato da apposite leggi che si occupano anche di censurare la condotta antisindacale delle aziende. Per questo è necessario convocare un tavolo con il Ministro dei Trasporti volto ad aprire un’inchiesta che faccia luce sulle reali condizioni di lavoro all’interno di Ryanair per piloti, hostess e steward.