di Augusto Ghinelli
Dirigente Confederale Ugl
Siamo arrivati ad un passo dalla fine dell’anno e ancora non si riesce a capire, come e quando i lavoratori della Pubblica Amministrazione, potranno finalmente festeggiare il rinnovo del loro CCNL. Inoltre, se il rinnovo ci sarà, non riguarderà tutti i dipendenti pubblici, ma solo le categorie appartenenti ad uno dei nuovi comparti, ovvero quello delle Funzioni Centrali. In discussione c’è ancora da superare lo scoglio degli 80 euro del Bonus Renzi, che potrebbe andare perduto, se l’aumento degli 85 euro lordi previsti faranno superare la soglia dei 26 mila euro lordi annui. Il Governo per scongiurare questa evenienza, nella manovra finanziaria ha alzato l’asticella fino a 26 mila e 600 euro, che secondo una prima analisi, metterebbe un paracadute a circa il 70% dei lavoratori interessati. Ma anche con questa soluzione, rimarrebbero fuori circa 100 mila lavoratori, quindi l’unica soluzione per il Governo, sarebbe quella di mettere più soldi sul tavolo delle trattative. Purtroppo da quanto ci risulta, questi soldi non ci sono e l’ipotesi che abbiamo da sempre sostenuto, potrebbe diventare una triste realtà, cioè il riconoscere l’esiguo aumento salariale unicamente ai lavoratori con stipendi più bassi e lasciare il resto, in attesa dei prossimi venturi rinnovi! Quando il Ministro alla Funzione Pubblica Marianna Madia, chiese ai tecnici del ministero di creare le tabelle stipendiali di comparazione, la prima cosa che ci venne in mente, era la voglia da parte del Governo di voler appiattire verso il basso i redditi dei lavoratori pubblici e purtroppo, il nostro sospetto sta diventando la  triste realtà. Ma non sono solo queste le cattive notizie, perché ogni anno un quarto dei lavoratori pubblici, correrà il rischio di vedersi in busta paga, solamente lo stipendio base. Questo, grazie al Decreto approvato dal Consiglio dei Ministri, sulla “valutazione delle performance” per il  singolo dipendente e per l’intero ufficio di appartenenza. In poche parole, si dovranno raggiungere gli obiettivi organizzativi ed economici stabiliti dal Governo, altrimenti addio ad aumenti e a progressioni di carriere. Il “sistema di controllo” sarà gestito direttamente dal Dipartimento della Funzione Pubblica, attraverso una “Commissione” composta da cinque tecnici, che dovrà indicare alle amministrazioni, gli strumenti  operativi per le future valutazioni. Per le “Pagelle” dei lavoratori invece, saranno deputati  gli Organismi indipendenti di Valutazione (OiV) interni alle amministrazioni per dare il “Voto” negativo o positivo, dal quale prescinderà senza possibilità di replica, l’ammontare della busta paga. Secondo la normativa, ogni fine anno il 25% dei lavoratori che avranno il maggior punteggio verranno premiati, il 50% nella fascia intermedia avranno il premio dimezzato e il 25% che si troveranno ai piedi della graduatoria, prenderanno solo lo stipendio base. L’assurdo però, è che queste percentuali prestabilite per legge, produrranno all’interno degli uffici un vero e proprio caos! Immaginiamo che in un ufficio, risultino tutti degli ottimi lavoratori, ma per “legge” così non può essere e l’Organismo di Valutazione dovrà per forza di cose,  “suddividerli in percentuale” all’interno  delle tre fasce di valutazione! Assurdo, ma vero!