In seguito all’annuncio dello sciopero per il 15 dicembre prossimo dei piloti italiani di RyanAir, non gli unici nella compagnia low cost a protestare, è giunta ieri una lettera firmata dal capo del personale, Eddie Wilson, indirizzata a tutto il personale navigante a dir poco minacciosa: «Chi sciopera il 15 dicembre rischia sanzioni», “invitandoli” quindi ad astenersi dalla protesta e indicandone le relative conseguenze. Tra queste ultime «la perdita di futuri aumenti in busta paga secondo l’accordo, di trasferimenti o promozioni», chiedendo in conclusione di continuare «a lavorare secondo i turni previsti». Alle minacce non hanno risposto solo i sindacati ma soprattutto il ministro dello Sviluppo economico e poi il Garante agli Scioperi. Per la Fit-Cisl la lettera «conferma, se mai ce ne fosse bisogno, con quale arroganza e spregiudicatezza la compagnia irlandese continua ad operare nei confronti dei propri lavoratori», per l’Ugl Trasporto aereo «le gravi affermazioni della società Ryanair non possono restare impunite». Ha addirittura rincarato la dose il ministro Calenda: «È indegno. Si dovrebbe intervenire. Non si possono prendere i vantaggi del mercato globale e non rispettare le regole». Subito dopo il Garante scioperi, Giuseppe Santoro Passarelli, ha affermato che la dichiarazione di Ryanair appare «non conforme ai principi del nostro Ordinamento, nel quale lo sciopero, se esercitato legittimamente, è considerato un diritto costituzionale».