Contrordine: non è vero, per adesso, che Industria 4.0 cancella posti di lavoro almeno in Italia. È semmai vero il contrario: secondo il Focus Censis/Confcooperative negli ultimi 5 anni gli occupati  sono cresciuti del 52% nel segmento più qualificato dell’Ict. Le richieste di nuove professionalità crescono addirittura del 30% l’anno. Ma sono ben 62.000 i posti ancora vacanti. La figure più richieste sono il developer, lo sviluppatore di applicazioni web, con oltre 26mila vacancies presentate, con un incremento del 23,8% fra il 2015 e il 2016 e una quota sul totale dei profili più richiesti del 42,5%. Segue a distanza la figura dell’analista di sistemi informativi con 8.800 richieste e un differenziale del 29,6% sul 2015.
«La mancanza di competenze rischia di rallentare la crescita della parte più dinamica della nostra economia». «Questo – afferma Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative – ci deve portare a un investimento straordinario in formazione e innovazione. Siamo per un 4.0 dal volto umano che non lasci indietro nessuno. In Italia, solo l’8,3% dei lavoratori è impegnato in programmi di formazione permanente, al di sotto della media europea 10,8%. Dobbiamo fare molto di più. Formare non è una spesa, ma un investimento sul futuro del Paese».