Condizioni economiche svantaggiose e difficoltà ad accedere alle cure i maggiori problemi osservati

La ricorrenza era domenica, ma non è mai troppo tardi per analizzare le condizioni difficili in cui vivono milioni di persone con disabilità nel nostro Paese. In occasione della Giornata internazionale (che si celebra il 3 dicembre), l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane ha diffuso dati a dir poco allarmanti. Ecco qualche esempio: oltre un terzo delle persone con disabilità vive solo e tra gli ultra 75enni la quota di coloro i quali vivono soli raggiunge il 42,4%. Sono dati che certamente destano preoccupazione perché si tratta dei casi più vulnerabili, in cui non si può contare nemmeno sull’aiuto di un familiare. Si stima che in Italia ci siano circa 4 milioni e 360 mila persone che hanno una disabilità, il 7,2% della popolazione. Quelli che vivono in condizioni di particolare gravità sono circa 2 milioni 155 mila (il 3,6% della popolazione), dei quali 888 mila vivono nel Mezzogiorno. Diritti troppo spesso disattesi – quali l’istruzione e il lavoro (il livello di istruzione per questo gruppo di popolazione è mediamente basso, di solito non si va oltre la licenzia media; per il lavoro nella classe di età 45-64 anni la percentuale di persone in condizione di disabilità occupata risulta essere il 18%) – e le difficoltà ad accedere alle cure sono i principali problemi che, ogni giorno, si osservano. E tutto ciò nonostante una normativa nazionale sulla carta attenta all’inclusione sociale (Legge n. 104 del 1992) e la ratifica della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità. Il problema è soprattutto legato al profilo economico. Perché c’è da considerare il doppio svantaggio che si può venire a creare: da un lato le persone con disabilità difficilmente dispongono di un reddito da lavoro, dall’altro per ottenere obiettivi di vita (anche basilari, viene specificato nel focus dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane) necessitano di quantità di reddito maggiore rispetto al resto della popolazione. Così si scopre che il mancato godimento del diritto alle cure è una triste condizione che riguarda numerose famiglie con persone con disabilità: anche ottenere una visita medica o un trattamento terapeutico può rappresentare, per regioni economiche, un ostacolo tutt’altro che indifferente. L’impegno economico per questa funzione in Europa è fissato a circa il 7,3% della spesa per la protezione sociale, pari a circa il 2% del PIL dei Paesi dell’UE28. In Italia l’impegno si attesta al 5,8% del totale della spesa, pari all’1,7% del PIL. I numeri lo dicono con chiarezza: serve un approccio diverso e snellire le procedure burocratiche così da rendere le amministrazioni più rapide nel recepimento della normative in materia. Soprattutto in un sistema di welfare, come quello italiano, che si è appoggiato tradizionalmente sulle famiglie, oggi in trasformazione come evidenziato dalle attuali dinamiche socio-demografiche.