I contratti a tempo indeterminato sono scomparsi dai radar del mercato del lavoro nostrano. I posti fissi sono il 24% del totale; nello stesso periodo del 2015 erano oltre il 38%. E pensare che, nel frattempo, sono stati cancellati o comunque limitati pure i voucher. A rilevarlo, l’Inps nell’Osservatorio sul precariato che registra i dati dei primi 9 mesi del 2017. Il più maggiore contributo alla crescita delle assunzioni proviene dai contratti a tempo determinato (+27,3%) e dall’apprendistato (+26,9%), mentre sono diminuite le assunzioni a tempo indeterminato (-3,5%), contrazione interamente imputabile alle assunzioni a part time. Per l’Inps tra le assunzioni a tempo determinato è significativo l’incremento dei contratti di somministrazione (+20,1%) e di lavoro a chiamata + 133,2%.