Nonostante nel corso del 2016 il peso del fisco italiano sia diminuito di quasi mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente, il dato relativo alla pressione fiscale nel nostro Paese è ancora molto al di sopra della media Ocse. Nell’ultimo Rapporto, l’Organizzazione parigina spiega infatti che lo scorso anno il peso delle tasse sul Pil è stato pari al 42,9%, appunto in calo dello 0,4% rispetto al 2015, ma quasi di dieci punti superiore al 34,3% della media Ocse. Un valore che pone l’Italia al sesto posto tra i Paesi dell’area dopo la Danimarca (45,9% del Pil), la Francia (con il 45,3%), il Belgio (con il 44,2%), la Finlandia (con il 44,1%) e la Svezia (con il 44,1%).Tutto sommato, sebbene il peso del fisco risulti ancora elevato, il calo registrato nel corso del 2016 è comunque rincuorante. Soprattutto se si considera che, nello stesso arco di tempo, nell’area Ocse si è registrata una crescita dello 0,3%, riflesso degli aumenti registrati in Grecia (+2,2%) e Olanda (+1,5%). C’è anche da dire, però, che l’odierno peso del fisco italiano è ancora troppo vicino al dato registrato nel 2013 – quando si rilevò la percentuale più elevata, il 44,1% – e piuttosto lontano dal miglior risultato rilevato tra il 2000 ed oggi, quello del 2005, pari al 39,1%. Nel rapporto si legge anche che le entrate pubbliche provenienti da tasse in Italia sono di quasi dieci punti superiori rispetto alla media: il 91,4% degli introiti contro l’82% registrato nell’area Ocse.