di Caterina Mangia

Tutto pronto per l’ “ubriacatura da shopping” pre-natalizia che avrà inizio domani con il Black Friday e si chiuderà lunedì con il Cyber Monday: l’Italia è sempre più contagiata da questa usanza importata dagli Usa, la cui cittadinanza già dagli anni ‘60 è solita dedicare il giorno successivo al Ringraziamento agli acquisti in vista del 25 dicembre.
Secondo una stima di Confesercenti in collaborazione con SWG, sono 14 milioni gli italiani che hanno deciso di sfruttare la giornata di domani per fare “affari”, per una spesa media pro-capite di 108 euro e un giro di affari di 1,5 miliardi di euro: l’iniziativa, relativamente nuova nel nostro Paese, sta prendendo rapidamente piede.
Per quanto riguarda le transazioni online, secondo l’Osservatorio eCommerce B2c il loro valore sfiorerà gli 800 milioni di euro nell’arco temporale che va da venerdì a lunedì, ovvero il triplo rispetto alle normali giornate di vendite, per un budget medio nei quattro giorni di 250-300 euro a persona: «dopo che lo scorso anno i consumatori italiani hanno acquistato online per un valore di circa 600 milioni di euro, il 3% circa della domanda annua online, l’attesa è molto alta», spiega Riccardo Mangiaracina, Responsabile scientifico dell’Osservatorio.
Tuttavia, anche i negozi “reali” aderiranno alla giornata di sconti: secondo Confesercenti-SWG sono circa 200mila, in crescita del 23% su base annua, e la stima è probabilmente in difetto, dato che un ulteriore 23% di commercianti, colto dalla relativa “novità” dell’iniziativa, è ancora indeciso se aderire o meno.
Intanto, dilagano i vademecum contro le truffe via web, dietro l’angolo vista la “febbre da acquisti” che coglierà i consumatori: secondo gli esperti di sicurezza, il giorno più sicuro per comprare sarà il “Grey Saturday”, che nel 2016 e 2015 ha visto il minor numero di attacchi.
Gli avvertimenti non finiscono qui: un gruppo di psicologi dell’Indiana University, scrive il New York Times, mette in guardia contro il pericolo di episodi violenti e “shopping da rissa”: Sharron Lennon, a capo del team di ricerca, ipotizza che  qualsiasi violazione di un equo scambio possa «evocare forti sentimenti di disuguaglianza».