Nonostante i timidi risultati economici positivi emersi nel corso dell’ultimo trimestre, l’area del disagio sociale rimane ancora molto ampia e «rappresenta una criticità all’interno di un quadro congiunturale sostanzialmente positivo». Secondo le rilevazioni della Confcommercio a ottobre l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto ha causato un aumento del Misery Index (dai 18,3 punti di agosto a 18,5), solo in parte limitato dalla diminuzione (dello 0,1%) della disoccupazione estesa. «Nonostante i progressi rilevati dal lato dell’occupazione – si legge nel resoconto -, tornata sui valori pre-crisi, il numero di disoccupati continua ad attestarsi su di un livello di poco inferiore ai tre milioni. Elemento che, pur in presenza di un miglioramento della fiducia, costituisce un freno per i comportamenti di consumo delle famiglie». Va comunque sottolineato che, nonostante il lieve peggioramento, rispetto al 2013 (anno in cui l’indice medio ha toccato il valore massimo, 21,1) il Misery Index è diminuito di quasi tre punti, rimanendo però ancora lontano dai 12,1 del 2007.
Entrando nel dettaglio delle rilevazioni, il tasso di disoccupazione estesa si è attestato al 13,8% (contro 11,1% del tasso ufficiale rilevato a settembre dall’Istat), mentre i prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto sono aumentati dell’1,3% rispetto allo stesso mese di un anno fa.