Basteranno dodici giorni e soprattutto sarà realmente possibile trattare sull’adeguamento dell’età pensionabile a 67 anni? Molto probabilmente no per diverse ragioni di opportunità e di equilibrio dei conti pubblici. Anche se dopo il tavolo di eiri a Palazzo Chigi tra governo Cgil, Cisl e Uil sulle pensioni, il Pd adesso si agita per rinviare tutto a giugno, visto che siamo in campagna elettorale, le risposte di coloro che avranno la diretta responsabilità di una decisione socialmente giusta ma regionieristicamente spericolata parlano da sole. «ll rinvio non credo sia la strada – ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni – ci può costare in Ue. I principi generali della norma restano validi. Il Parlamento è sovrano (riferendosi agli emendamenti presentati alla manovra, n.d.r), ma non escludiamo si possa correggere qualcosa al tavolo con le parti sociali». Rincara la dose il ministro dell’Economia Piercarlo Padoan: «Abbiamo concordato che al tavolo tecnico si consideri la possibilità di modificare e migliorare i meccanismi che attualmente determinano la cadenza di adeguamento dell’età pensionabile», sotto «il vincolo che eventuali modifiche non intacchino la sostenibilità del sistema previdenziale, che è un pilastro fondamentale della sostenibilità finanziaria del Paese». A loro oggi si è aggiunto Calenda secondo il quale la richiesta del Pd di rinviare la decisione sull’adeguamento delle pensioni all’aspettativa di vita con una serie di emendamenti alla manovra è un errore. In sintesi il risultato portato a casa dai sindacati è che si conferma del principio dell’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita ma si dà il via ad un tavolo con i sindacati con cui verificare la possibilità di introdurre correttivi e metodi di calcolo alternativi per quei lavoratori che fanno le attività più gravose.