«Perché l’inflazione di base continui a rafforzarsi (raggiungendo un valore prossimo ma non superiore al 2% in tutti i Paesi dell’Eurozona, ndr) e sostenga gli sviluppi nel medio termine, è ancora necessario un ampio grado di accomodamento monetario». Così il presidente della Bce Mario Draghi nel corso della conferenza stampa che si è tenuta dopo l’annuncio del taglio del Quantitative easing dai 60 miliardi al mese odierni ai 30 miliardi. Nel corso dell’incontro con i giornalisti il governatore ha poi illustrato gli ultimi dati economici, parlando di una crescita continua nella seconda parte dell’anno, favorita sia dagli investimenti delle aziende e che dai consumi delle famiglie. La ripresa, quindi, è tutto sommato solida, ma non mancano i rischi al ribasso legati soprattutto al mercato dei cambi (il cambio euro-dollaro continua a mostrare la sua volatilità, scendendo dopo l’annuncio della Bce sul QE a 1,175 dollari).  Per questo, secondo il presidente, «rimane comunque necessario un ampio stimolo monetario», accompagnato da un’implementazione delle riforme strutturali – soprattutto quelle legate al mercato del lavoro – delle singole economie dell’area. Nel corso della conferenza ha preso parola anche Vitor Constancio. Il vicepresidente della Bce è tornato sul discorso degli NPL già affrontato ultimamente, spiegando che gli accantonamenti previsti dalle nuove regole garantiranno una miglior gestione dei finanziamenti consentendo, allo stesso tempo, di non accumulare nuovi Non Performing Loans.