Calano gli iscritti, ma il bilancio resta abbondantemente in attivo per effetto dell’incremento delle aliquote contributive. Si tratta della gestione separata Inps, laddove confluiscono i contributi dei cosiddetti parasubordinati, i collaboratori coordinati e continuativi, figura sulla quale sono intervenute prima la riforma Fornero e, successivamente, il Jobs act. Come anticipato nel corso della riunione del comitato gestore, il bilancio rimane in attivo per 6,7 miliardi di euro, nonostante un calo di 192mila unità fra il 2015 e il 2016. La diminuzione è più consistente se si prende come parametro di riferimento il 2012, prima della riforma del lavoro della ministra del governo Monti: da allora la riduzione è del 27,7%, circa 477mila unità in meno. I collaboratori al 31 dicembre 2016 rimangono ancora oltre 917mila, con una maggiore concentrazione nella fascia di età compresa fra 40 e 54 anni: sono oltre 342mila unità, per un impatto in termini percentuali del 37,3%. Ancora marginale appare il ricorso a due strumenti introdotti con il Jobs act a fronte di una contribuzione aggiuntiva: l’indennità di maternità e l’accesso alla cosiddetta Dis-coll, il sostegno al reddito in caso di disoccupazione involontaria.