A fine settembre erano 5,3 milioni i dipendenti in attesa del rinnovo contrattuale, il 41,3% dei dipendenti totali osservati dall’Istat, mentre i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardavano 7,6 milioni di dipendenti, il 58,7% del totale.  Nella nota dell’Istituto nazionale di statistica si legge poi che «l’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 68,5 mesi. L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 28,3 mesi, in crescita rispetto a un anno prima (27,4)».
Per quanto riguarda invece le retribuzioni, i dati mostrano una stagnazione a livello congiunturale e solo un limitato progresso a livello tendenziale. Dalle tabelle, infatti,si nota come si sia registrata una crescita zero tra agosto e settembre e un +0,6% rispetto al settembre di un anno fa. In entrambi i casi l’indice calcolato dall’Istat ha riportato un rallentamento rispetto alle crescite registrate alle fine di agosto (+0,2% rispetto a luglio e +0,7% rispetto ad agosto 2016), confermando l’andamento altalenante che sta interessando l’indice ormai da tempo. Se si osservano le serie storiche, infatti, si può constatare come dal febbraio 2016 (quando l’indice ha sfondato la soglia dei 107 punti) l’indice sia rimasto sempre molto vicino a quel valore, riflettendo la stagnazione delle retribuzioni. A trainare l’indice generale è comunque solamente il settore privato, per il quale si rileva un aumento delle retribuzioni contrattuali orarie dello 0,7% rispetto ad un anno fa, mentre per la Pubblica amministrazione si registra una variazione nulla.