Alla fine, dopo le mirabolanti promesse dei mesi scorsi, quando si annunciarono Piani Marshall per il pubblico impiego, la montagna ha partorito un topolino e la sensazione è che, nonostante le elezioni alle porte, non arriveranno particolari buoni notizie neanche dal rinnovo del contratto collettivo di lavoro. Andiamo per ordine. La ministra Marianna Madia ha firmato due decreti con i quali si avvia la procedura per l’assunzione di 7.903 unità di personale nel pubblico impiego. Di queste, 5.590 saranno ingressi immediati, mentre i restanti 2.313 avverranno con concorso, le cui prove saranno centralizzate e con tetto agli idonei. Più di 5mila ingressi riguardano le forze dell’ordine: polizia, carabinieri, vigili del fuoco e guardia di finanza. I concorsi interesseranno alcuni ministeri, in particolare dei beni e delle attività culturali e dell’economia, l’Inps e l’Agenzia delle entrate. A fronte del prolungato blocco del turn over, che sta penalizzando fortemente sia le amministrazioni centrali che quelle territoriali, arrivano due provvedimenti che non contribuiscono assolutamente all’obiettivo di fondo di recuperare efficienza, attraverso un rafforzamento ed un ringiovanimento delle piante organiche. In un tale scenario, le indiscrezioni che arrivano sul rinnovo del contratto collettivo di categoria non inducono a facile ottimismo. Già le risorse stanziate sono appena sufficienti per il futuro e non coprono il passato. Se poi pensiamo al fatto al rischio che i famosi 80 euro di bonus siano inglobati nel rinnovo, ecco che il quadro è completo e tale da giustificare ampiamente la mobilitazione che i sindacati del settore hanno annunciato.