In attesa della manovra che verrà, diverse categorie si preparano a scendere sul piede di guerra a sostegno delle proprie vertenze contrattuali. Le organizzazioni sindacali si dichiarano pronte alla mobilitazione, quando non hanno già indetto lo sciopero. Il 13 saranno le città a fermarsi per una astensione del personale del trasporto pubblico locale; il giorno dopo toccherà al pubblico impiego. E siamo solo all’inizio.
Domani stop per l’intera giornata, annunciato già in estate, dei dipendenti delle Province e delle Città metropolitane. Saranno “oltre 20 mila” i lavoratori di Province e Città metropolitane che incroceranno le braccia. Manifestazioni contestuali “in tutti i territori”, hanno avvisato Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, con sit in a piazza Montecitorio a partire dalla mattina.
“Siamo al collasso delle Province e delle Città metropolitane, – hanno avvisato – servono risorse per consentire l’erogazione dei servizi fondamentali ai cittadini e per tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, a partire dal pagamento degli stipendi”. Le sigle chiedono “uno stanziamento di risorse adeguato nella prossima legge di Bilancio per salvare gli enti, molti dei quali in dissesto economico; garantire il pagamento degli stipendi alle lavoratrici e ai lavoratori, in alcuni casi in ritardo di molti mesi; difendere la contrattazione integrativa, sbloccare il turn over e stabilizzare i precari”.