di Caterina Mangia

Dall’integrazione “di Fincantieri, Naval Group ed STX France emergerà il leader mondiale nella costruzione di navi complesse ad alto valore aggiunto”. Lo ha scritto in una lettera ai dipendenti l’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, commentando l’accordo raggiunto ieri a Lione tra il premier italiano Paolo Gentiloni e il presidente francese Emmanuel Macron, definito dall’inquilino dell’Eliseo un’intesa “win-win”. Eppure, se si considera che a gennaio  Fincantieri aveva acquistato dai sudcoreani il 66 per cento di Stx France, mentre adesso il Gruppo controllerà un mero 50 per cento del capitale di Stx, con l’1 per cento della quota francese ‘in prestito’ all’Italia per dodici anni, per il nostro Paese più che di una vittoria si potrebbe parlare, con un gioco di parole, di un ‘Mac(a)ron’, ovvero di un ‘biscotto’ da parte del presidente francese. Gentiloni ieri ha ostentato soddisfazione, definendo il ‘deal’ raggiunto “un ottimo accordo, che consente al socio industriale di gestire e alla Francia di avere garanzie sul piano del lavoro e delle tecnologie”, aggiungendo che  con Macron “dopo qualche incomprensione abbiamo lavorato molto, molto bene assieme”: l’intesa, ha aggiunto, ha permesso di raggiungere gli obiettivi, ovvero concede “al socio industriale di gestire con il 51 per cento raggiunto con un prestito, con l’impegno a rispettare alcuni accordi sul lavoro e sui trasferimenti tecnologici presi. Il socio industriale deve poter gestire, avere la governance, e il Paese dei cantieri deve avere le garanzie che richiede. Abbiamo aggiunto questi obiettivi”. Tuttavia, già nella serata di ieri la prima querelle sottobanco, con un emissario francese che ha spiegato ai giornalisti presenti a Lione che Fincantieri detiene il 50 per cento del capitale, tralasciando quell’1 per cento in prestito al Gruppo italiano decisivo per la chiusura dell’accordo, per poi annunciare che il presidente della società “resta Laurent Castaing”, l’attuale direttore di Stx, ed essere corretto da fonti del governo italiano: secondo i termini dell’accordo,  presidente e amministratore delegato saranno nominati da Fincantieri, mentre il governo francese detiene il diritto di veto sulla scelta.
Sull’asse italo-francese rimangono poi aperti molti altri fronti: da quello riguardante la cantieristica militare, che resta ancora da affrontare, a quello della Tav, che, nonostante le vedute comuni emerse ieri tra Macron e Gentiloni, è ancora in cantiere.Resta poi aperta la partita Tim-Vivendi: nonostante il premier italiano si sia affrettato, ieri, a sottolineare che si tratta di una vicenda “molto diversa da Stx-Fincantieri”, perché “sono aziende private a cui chiediamo solo rispetto delle leggi”, la risposta del governo  sul golden power su Tim potrebbe subire l’influsso della trattativa che si è svolta ieri. Così, il taciuto scontento del governo italiano sull’accordo raggiunto ieri potrebbe tradursi in un inasprimento del ‘verdetto’.