Antonella Marano

Sigilli alla ‘fabbrica dei veleni’ Marlane di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, azienda tessile del gruppo Marzotto, attiva dal 1973 al 2001.  Dalle indagini dei militari, col supporto del Ced di Napoli, sarebbe emerso che dal 1988 al 2013, sono deceduti, per cause che secondo l’accusa sarebbero connesse alle attività svolte nello stabilimento, 30 operai, mentre altri 12 hanno riportato lesioni gravissime.

Le cause di decessi e lesioni, secondo gli investigatori, sarebbero legate ad una serie di omissioni in ragione delle quali, i dipendenti dello stabilimento non sarebbero stati adeguatamente protetti nel processo di lavorazione del tessuto, compresa la fase di tinteggiatura con l’utilizzo di coloranti azoici, ammine aromatiche, acido acetico, formico, solforico, cloridrico, muriatico, bicromato di potassio e bicromato di sodio e bisolfito. Tutte sostanze ritenute cancerogene e comunque pericolose per la salute. Nei confronti degli indagati (in totale sette persone tra cui l’ex sindaco di Praia a Mare Carlo Lomonaco, coinvolto in qualità di responsabile dello stabilimento dal 2002 al 2003), la Procura ipotizza i reati di omicidio colposo e lesioni gravissime colpose. Gli stessi indagati, sono stati assolti il 25 aprile, insieme ad altre cinque persone, tra le quali Pietro Marzotto, dalla Corte d’appello di Catanzaro nell’ambito del processo scaturito da una precedente inchiesta della Procura di Paola sulla morte di altri 94 operai e la malattia di altri 65.

MORTI PER AMIANTO TARANTO

“Terribile silenzio”. Così l’Anmil denuncia la mancata risposta alle segnalazioni provenienti dal sindacato sui rischi corsi dai lavoratori e dalle persone esposte all’amianto nelle aree dell’Arsenale militare e dell’Ilva. In particolare, si lamenta la carenza di informazioni sulle procedure di bonifica delle circa 3.820 tonnellate di fibre cancerogene da smaltire.