di Francesco Paolo Capone, segretario generale dell’Ugl

Repetita iuvant, direbbero i romani dei tempi che furono. A costo di apparire quasi maniacali e monotematici, insistiamo sulla necessità che si comprenda che soltanto la via partecipativa può ridare slancio al Paese. L’ultimo esempio in ordine di tempo arriva non da una azienda classica del settore privato, magari della grande industria metalmeccanica o chimica, ma dalla pubblica amministrazione. Stiamo parlando dei risultati conseguiti dall’Inail e del ruolo avuto in tutto questo dal Consiglio di indirizzo e vigilanza e dalle parti sociali che in esso siedono. L’Istituto nazionale di assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, nonostante il pesante taglio in termini di risorse strumentali ed umane (il direttore Lucibello ha denunciato una riduzione d’organico pari a quattromila unità), ha saputo garantire servizi diffusi sul territorio ed un costante contatto con il mondo produttivo, compresa una azione di sostegno alle popolazioni colpite dal terremoto. Ciò è stato possibile per il forte senso di responsabilità del personale dipendente, ma anche per il positivo confronto che si è avuto all’interno del Consiglio di indirizzo e vigilanza, con una condivisione di obiettivi e strategie. Un piccolo miracolo che andrebbe replicato non soltanto nel resto della pubblica amministrazione, ma anche nelle stesse imprese. Nei prossimi giorni si insedierà il nuovo Civ dell’Inail. Si tratta di proseguire un percorso, avendo ben presente che il grande tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro impone una azione di contrasto quotidiano. La ripresa del fenomeno infortunistico è solo in parte connessa all’andamento dell’occupazione; incide negativamente la sottovalutazione di alcuni fattori, ad iniziare dalla precarizzazione dei rapporti di lavoro, fortemente sbilanciati sui contratti a tempo determinato. Occorre quindi mettere in campo ogni risorsa possibile, puntando sulla formazione e sulla cultura della legalità e del contrasto al sommerso. Dal Ministro del lavoro, Giuliano Poletti, ai presidente delle Commissioni lavoro di Senato e Camera, Maurizio Sacconi e Cesare Damiano, hanno tutti concordato sulla necessità di riformare velocemente, prima del termine della legislatura, la governance dell’Inail e degli altri enti pubblici non economici, passando da una gestione monocratica (non è in discussione l’operato del presidente De Felice, molto apprezzato per la sua attività) ad una incentrata su di un Consiglio di amministrazione, rafforzando, nel contempo, il ruolo del Consiglio di indirizzo e vigilanza. Bene, ma la stessa solerzia la vorremmo vedere, soprattutto in Poletti e in Damiano, visto che comunque Sacconi ha sempre fatto la propria parte, nell’approvazione del disegno di legge di attuazione dell’articolo 46 della Costituzione, fermo al Senato dal giugno del 2015. Sarebbe decisamente un bel segnale che il Parlamento invierebbe al Paese.