di Claudia Tarantino

Mentre in Italia ci sono pensionati che stentano ad arrivare a fine mese con l’assegno sociale corrisposto dall’Inps (circa 450 euro al mese per 13 mensilità) e lo stesso Istituto di Previdenza lamenta di continuo conti in rosso, ci sono nel mondo over 65, italiani e stranieri, che incassano da anni indebitamente il beneficio pur non trovandosi in condizioni economiche disagiate né risiedendo in Italia. Sembra un paradosso, ma purtroppo non lo è. A scoprire il trucchetto dei falsi poveri è stato il Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della Guardia di Finanza che, con l’operazione chiamata ‘People out’, ha denunciato all’autorità giudiziaria 370 persone per il reato di indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.

Gli autori degli illeciti, infatti, dopo l’ottenimento dell’assegno sociale, si sono trasferiti all’estero, non rispettando il requisito essenziale della stabile ed effettiva residenza sul territorio nazionale e certificando falsamente redditi inferiori alla soglia prevista dalla legge per il conseguimento del beneficio, sottraendo così alle casse dell’Inps oltre 10 milioni di euro.

La maggior parte di questi falsi poveri risulta domiciliata nel Sud America e nell’Est Europa ma, come dicevamo, non si tratta solo di stranieri che hanno beffato l’Inps, come la coppia di anziani coniugi tunisini, fittiziamente residente nella provincia di Firenze, che ha beneficiato indebitamente di emolumenti per 120 mila euro, movimentando addirittura capitali per 370 mila euro verso il Principato di Monaco. Ci sono, infatti, tra i denunciati anche molti italiani che, dopo il trasferimento definitivo all’estero hanno continuato a percepire l’assegno sociale. Eclatante il caso dei due coniugi di circa 80 anni, residenti fittiziamente nella provincia di Potenza, ma di fatto stabilmente dimoranti in Venezuela dal 1955, che hanno indebitamente beneficiato di emolumenti assistenziali per 156 mila euro.

L’Inps, ovviamente, ha subito sospeso i pagamenti ed avviato il recupero di quanto indebitamente percepito dai responsabili della truffa, con un risparmio annuo stimato di oltre 2,6 milioni di euro. Non basteranno certo a migliorare i conti dell’Istituto, ma sono sicuramente risorse utili da destinare a chi ha davvero necessità di un sostegno economico.

Inoltre, non si tratta né della prima né tantomeno dell’ultima truffa ai danni dell’Inps, perciò il Governo potrebbe prendere spunto da questa situazione per mettere in sicurezza il sistema previdenziale italiano incrementando le attività di controllo anziché aumentare continuamente l’età pensionabile.