di Annarita D’Agostino

Lo smartphone ha cambiato le nostre vite, ma in meglio o in peggio? Connessi in rete vuol dire sconnessi con la vita vera? Sono questi gli interrogativi che animano il nuovo libro di Aldo Cazzullo, scritto a sei mani con i suoi due figli, Francesco e Rossana. “Metti via il cellulare” è un’opera corale nella quale il confronto fra generazioni diventa un dibattito sulle implicazioni positive e negative che le nuove tecnologie hanno sulle nostre vite.
“Solitudine, altro che social. La rivoluzione digitale è il più grande rincoglionimento di massa nella storia dell’umanità” sostiene Cazzullo, spiegando che “il cellulare in realtà è uno specchio” e “lo usiamo per far sapere agli altri quello che facciamo, pensiamo, mangiamo, beviamo, sogniamo. Ma in realtà stiamo parlando da soli. Perché agli altri di noi non importa nulla. In rete tutti chiacchierano, molti gridano, qualcuno insulta, minaccia, calunnia; e nessuno ascolta”.
Ma i figli, nativi digitali, non sono d’accordo: “La rete per la nostra generazione è parte essenziale della vita”. “La rete è lo spazio della libertà, offre tantissime occasioni: leggere gli scrittori che preferisci, ascoltare la musica che ti va in quel momento, parlare con una persona di cui senti la mancanza, soprattutto conoscerne di nuove”. “Non è vero che il telefonino ci isola dal mondo, ce lo crea”. E si può sempre spegnere: tocca a noi, al nostro libero arbitrio, non lasciarci sopraffare dalla tecnologia, utilizzarla per aprirci al mondo e non per rinchiuderci in proiezioni irreali del noi che vorremmo essere.