L’annuncio del nuovo piano industriale di Alfasigma lascia sia lavoratori che sindacati scontenti. Da oggi parte lo stato di agitazione permanente da parte dell’Ugl Chimici che resterà tale fino a quando l’azienda non cambierà rotta.
Nel progetto illustrato, nella sede di Assolombarda, dai vertici del Gruppo è emerso che, oltre ad una strategia di rilancio ed espansione nel mercato internazionale, si prevede anche un’amara riorganizzazione con una riduzione dell’occupazione del 27%. Nello specifico si tratta di ben 456 esuberi diretti ai lavoratori ai quali si sommano anche 20 dirigenti. Arriviamo quindi a quota 276 dipendenti segnati da una scelta ritenuta, dai sindacati, assurda.
Le sedi destinate ai tagli sono Bologna (6 dipendenti su 167), Milano (25 su 57), 274 informatori scientifici del farmaco facenti capo alla sede di Milano (su un organico di 729), Pomezia (138 su 518), e Alanno (13 su organico di 225).
L’azienda ha proposto il nuovo piano industriale tenendo conto dell’incorporazione delle società Alfa Wassermann, Sigma-Tau e Biofutura puntando ad estendere la sua potenza anche in Cina, Russia e Messico con l’export.
“I 476 esuberi, tra lavoratori (456) e dirigenti (20) sono inaccettabili. Per questo motivo l’Ugl Chimici ha indetto, a partire da oggi, lo stato di agitazione permanente affinché venga scongiurata una simile azione”. E’ stato questo il commento di Luigi Ulgiati, segretario generale dell’Ugl Chimici e di Eliseo Fiorin, componente della segretaria nazionale Ugl Chimici.