di Claudia Tarantino

La ‘ventata’ di ottimismo portata dalle stime Istat, secondo cui l’indice anticipatore, che è una sorta di ‘spia’ di ciò che accadrà nei prossimi mesi, “mantiene un’intonazione positiva, segnando un rafforzamento delle prospettive di crescita”, seppur aspettata da tutti non sembra avere tuttavia, fuori dai calcoli, un riscontro nella vita reale.

Il quadro economico del nostro Paese, infatti, non è costituito solo di consumi, investimenti, affari, ma comprende anche le difficoltà delle famiglie ad arrivare a fine mese e dei disoccupati a trovare nuovi impieghi.

L’auspicio di tutti, ovviamente, è che la nostra economia possa finalmente registrare quello slancio di cui necessita per la crescita del Paese e l’aumento dell’occupazione. Ma, per conseguire questo risultato, il Governo non può solo aspettare che si verifichino coincidenze astrali particolari o che, come nel caso di oggi, sia il quadro internazionale, caratterizzato dalla crescita dell’economia statunitense e dell’area euro, ad avere un’influenza positiva anche sull’Italia.

E’ lo stesso Istituto di Statistica a spiegare che l’economia italiana accelera se “sostenuta da una crescita diffusa tra i settori produttivi e dall’aumento dell’occupazione”.

Non è sufficiente, quindi, che si sia registrato “un aumento più marcato degli investimenti fissi lordi (+0,7%)” determinata principalmente “dal recupero della spesa per macchine, attrezzature e altri prodotti (+0,6%) e, in misura maggiore, di quella per mezzi di trasporto (+8,2%)”.

Né tantomeno si può parlare di una vera crescita dell’occupazione se, spulciando i dati, viene fuori che “l’aumento degli occupati registrato a luglio è dovuto, in via esclusiva, alla componente maschile (+0,6%, 86 mila unità in più)”, mentre è sceso il numero delle donne a lavoro (-0,3% -28 mila unità) o che “il tasso di occupazione è salito al 58% (+0,1%)” con un aumento per tutte le classi di età, ad esclusione però di quella 35-49 anni, per cui rimane stabile.

Da notare, inoltre, che anche se a luglio l’Istat ha stimato gli occupati in crescita dello 0,3% rispetto al mese precedente, il tasso di disoccupazione giovanile è in crescita della stessa percentuale in confronto a giugno, attestandosi al 35,5%.