Ferma da oltre due anni, da quando cioè una società greca ha deciso di rinunciare alla concessione ovvero all’attività estrattiva, la miniera di bauxite di Olmedo in provincia di Sassari è stata occupata già da ieri da un gruppo di minatori, che da luglio non ricevono più gli ammortizzatori sociali. La decisione proprio è stata presa in concomitanza alla scadenza dei termini del bando della Regione Sardegna per la manifestazione d’interesse alla concessione.
Gli operai si trovano adesso a 180 metri di profondità, mentre altri hanno iniziato il picchettaggio davanti ai cancelli, e non intendono recedere dalle loro decisione. Rivendicano il diritto al lavoro e vogliono mantenere alta l’attenzione sulla situazione della miniera e dei suoi 28 dipendenti.
È esattamente da due anni, cioè da quando la società greca ha deciso di rinunciare all’attività estrattiva sebbene non fosse in perdita, che la miniera incontra difficoltà a ricollocarsi sul mercato: nonostante i bandi della Regione e alcune trattative ben avviate, ancora non c’è un nuovo proprietario.
Intanto dall’Assessorato all’Industria della Regione Sardegna hanno fatto sapere che stanno procedendo con le valutazioni, entro i termini previsti dal bando, sull’esito dell’avviso pubblicato nel luglio scorso. Nei prossimi giorni, intanto, saranno approfonditi gli strumenti sull’eventuale accompagnamento dei lavoratori per il periodo di nuova concessione.
Ma dopo la prima notte in miniera non si ferma la protesta dei lavoratori di Olmedo.
I lavoratori chiedono a tutte le parti politiche, istituzionali, sociali ed economiche coinvolte di fare ognuno la propria parte per far ripartire quanto prima l’attività estrattiva.
Al fianco dei lavoratori per ora ci sono i sindacati: i segretari
territoriali di Ugl Chimici, Filctem Cgil e di Femca Cisl ovvero Simone Testoni, Gianfranco Murtinu e Luca Velluto. “Abbiamo assistito alla rinuncia da parte della Elmin e alla scadenza del bando per l’assegnazione della concessione mineraria – spiegano – alcuni lavoratori hanno finito gli ammortizzatori sociali e non si vede una via d’uscita”.
Per queste ragioni i sindacati di categoria chiedono che “la Regione ci dica ufficialmente se c’è davvero qualcuno interessato alla miniera, diversamente si faccia carico dei minatori e li ricollochi altrove, perché vanno garantiti loro lavoro e
dignità”.