Disagio sociale

Disagio sociale

Mentre l’Istat certifica nella sua nota mensile “un rafforzamento delle prospettive di crescita”, Confcommercio rileva che nel mese di luglio l’indice di disagio sociale (misery index Confcommercio) è tornato a salire, attestandosi a 18,4 punti, in aumento di 3 decimi di punto rispetto a giugno, mese in cui si è registrato il valore più basso da aprile 2016.
Il risultato è dato dalla sintesi tra l’aumento, di due decimi di punto, della “disoccupazione estesa” comprensiva degli scoraggiati e la stabilità dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto.
Leggendo, neanche tra le righe, alcuni passaggi del contenuto del rapporto la situazione è molto chiara e conferma quanto l’Ugl sostiene da tempo ovvero che “i molti elementi positivi (di alcuni indicatori economici, ndr) emersi nei periodi più recenti potrebbero, infatti, subire un’attenuazione in assenza di dinamiche occupazionali più sostenute rispetto alle attuali”. Nonostante un ridimensionamento dell’area di disagio sociale rispetto all’inizio dell’anno, “quest’ultima però continua ad essere molto ampia” e dovrebbe rappresentare un elemento tale da portare “a valutare con una certa prudenza il quadro congiunturale”.
Esattamente il contrario di quello che sta facendo il governo, il quale, certamente, ha la necessità di portare alcuni risultati positivi dalla propria parte e a vantaggio di una manovra ancora da scrivere, ma non a svantaggio del principio di realtà e di ciò che andrebbe immediatamente fatto per arginare certi fenomeni.