di Claudia Tarantino

Brusco rientro dalle vacanze per chi, nonostante il costante calo del potere d’acquisto ed il perdurare della crisi economica ed occupazionale, è riuscito a partire. E’ arrivata puntuale, infatti, la doccia gelata dei dati Istat sull’inflazione.

Nel mese di agosto 2017, secondo le stime preliminari, “l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,3% su base mensile e dell’1,2% rispetto ad agosto 2016 (era +1,1% a luglio)”.

Secondo l’Istat “la lieve ripresa dell’inflazione si deve principalmente ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati, la cui crescita si porta a +4,3% (da +2,1% del mese precedente) e alla dinamica dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+4,4%, in accelerazione dal +3,2% di luglio).

Insomma, ancora una volta una stangata per le famiglie italiane, in particolar modo per quelle che sono andate in vacanze, perché proprio carburante e trasporti hanno subito gli aumenti maggiori.

L’Unione Nazionale Consumatori spiega che “in un solo mese, da luglio ad agosto, ci sono stati rincari assurdi ed inaccettabili del 26% per il trasporto aereo passeggeri, del 23,9% per il trasporto marittimo, del 14,5% per i pacchetti vacanza nazionali”.
Secondo i calcoli dell’associazione, “il rialzo dell’inflazione all’1,2%, per una coppia con due figli, la classica famiglia italiana, significa avere una maggior spesa annua complessiva di 469 euro, 156 euro per i soli beni ad alta frequenza di acquisto”. L’UNC propone anche altri esempi: dal pensionato con più di 65 anni, per il quale “la maggior spesa è pari a 235 euro”, al single con meno di 35 anni che vede un aumento di 247 euro, fino ai 365 euro di una coppia senza figli con meno di 35 anni.

Anche Federconsumatori pone l’accento “sull’eccessivo contrasto tra l’andamento dei redditi delle famiglie, ancora in forte crisi, e l’incessante incremento dei prezzi”.

Tornando ai dati Istat, l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, “sale di due decimi di punto percentuale (+1,0% da +0,8% di luglio), mentre quella al netto dei soli Beni energetici si attesta a +0,9% (come nel mese precedente). Su base annua accelera la crescita dei prezzi sia dei beni (+0,9% da +0,8% di luglio) sia dei servizi (+1,6% da +1,3%)”.

Per Confesercenti “siamo ancora in presenza di una dinamica dei prezzi altalenante e influenzata dalla componente esterna piuttosto che dal rafforzamento della domanda dei consumatori”.

Forse è Coldiretti l’unica associazione a trovare – seppur a fatica – l’unico aspetto positivo in questo quadro tutt’altro che roseo dipinto dall’Istat. Secondo Coldiretti, infatti, “l’effetto della siccità, che ha provocato danni per oltre 2 miliardi nelle campagne, non si trasferisce nel carrello della spesa, con gli alimentari e le bevande che aumentano dello 0,8%, al di sotto dell’inflazione”.
Per l’associazione, tuttavia, il dramma è rappresentato dalla forbice dei prezzi tra produzione e consumo che si è allargata. “I prezzi della frutta aumentano di 3-4 volte dal campo alla tavola, con i centesimi pagati agli agricoltori che diventano euro per i consumatori”.
Anche se i beni alimentari, quindi, non hanno registrato un aumento significativo, entrano in gioco altre dinamiche a danno dei consumatori.

Se volessimo consolarci con la massima “mal comune mezzo gaudio”, allora aggiungiamo che, secondo la stima flash di Eurostat, “i prezzi salgono anche nell’intera Eurozona: l’inflazione annuale ad agosto è in aumento all’1,5% dall’1,3% di luglio e di giugno”. Anche in Ue, inoltre, guardando alle principali componenti, “è l’energia a pesare di più (4% dal 2,2% di luglio), seguita dai servizi (1,6% dato stabile rispetto a luglio), da alimentari, alcol e tabacco (1,4% stabile rispetto al mese precedente), e i beni industriali non energetici (0,5% stabile su luglio)”.