Si accelera sulla quinta generazione delle tecnologie, ovvero il 5G. Essendo agli ultimi posti in Europa sul fronte della copertura a banda larga e ultralarga di rete fissa, l’Italia punta al rilancio grazie alla più moderna tecnologia senza fili. La quinta generazione delle comunicazioni wireless, infatti, è già in fase di sperimentazione e dovrebbe vedere la luce nel 2018 con l’assegnazione delle frequenze.
Proprio su quest’ultimo aspetto, secondo quanto riportato questa mattina dal Sole 24 Ore, il governo starebbe lavorando per inserire nella prossima legge di Bilancio il bando per l’asta per le relative frequenze.
Secondo il quotidiano “l’operazione sulle frequenze in manovra si chiarirà solo a metà settembre. La nota di aggiornamento del Def, che terrà conto del nuovo dato dell’inflazione e stabilirà un’eventuale revisione al rialzo delle previsioni di crescita, sarà determinante per capire i margini di movimento per finanziare misure espansive. E di conseguenza si determinerà anche il fabbisogno della dote di risorse necessarie per le coperture”.
Già nella legge di bilancio precedente si trovano delle indicazioni. Il quotidiano economico ricorda infatti che “per il 2017  si recuperarono 2 miliardi con il rinnovo dei diritti d’uso delle frequenze 900 e 1800 Megahertz in scadenza, con autorizzazione al cambio di tecnologia, e rinnovo fino al 2029”. Secondo il Sole 24 Ore “la scelta di utilizzare un’eventuale entrata straordinaria proveniente dalle frequenze a copertura di misure per la crescita sarebbe alternativa a uno scenario che vorrebbe le risorse impiegate per ridurre il debito pubblico, in sostituzione di nuove tranche di privatizzazioni. Scenario, quest’ultimo, che apparirebbe comunque complicato alla luce delle regole europee sulle entrate effettivamente utilizzabili a questo scopo”. Quanto pensa di guadagnare il governo?  Sembra che le stime circolate nei mesi scorsi, riferisce il quotidiano, “si aggiravano sui 2 miliardi di euro” anche se ci sono nodi ancora da chiarire su quanta parte di frequenze sarà messe a disposizione. Si parte dalle frequenze pioniere del 5G individuate dall’Rspg (Radio spectrum policy group) nella banda 700 Mhz, nei 3.4-3.8 Ghz e nelle onde millimetriche 2425-27.5 Ghz. Secondo le indiscrezioni del Sole 24 Ore, “per una possibile asta l’attenzione dovrebbe concentrarsi solo sulla seconda banda di frequenze”.
Per la scelta, però, bisognerà valutare disponibilità dello spettro. Basti pensare che, si legge nell’articolo, “la banda 700 è ora occupata dai broadcaster che dovrebbero liberarla al 2022 (nella parte alta della forchetta che vede come periodo minimo il 2020). Nel secondo caso, lo spettro al momento disponibile non permette di fare voli pindarici”. Inoltre, “occorrerà verificare lo slancio degli operatori che, come detto, hanno allargato i cordoni della borsa per il rinnovo al 2029 dei diritti d’uso delle frequenze 900 e 1800 Megahertz in scadenza”.