di Claudia Tarantino

L’anomalo andamento climatico del 2017 fa estendere alla Coldiretti la giù lunga lista delle colture colpite non solo dalla siccità e da un calo delle precipitazioni del 62,3%, ma anche da “gelate a macchia di leopardo” e da “violenti nubifragi con grandine” che hanno interessato diverse aree del Paese.

In particolare, “con l’ultima ondata di caldo in un agosto segnato dalla persistente assenza di precipitazioni adeguate”, Coldiretti fa notare che anche per la “raccolta delle mele si prevede un calo medio del 23% rispetto a quella della scorsa stagione, con punte del 60% in Trentino”.

Tra i prodotti alla base della dieta mediterranea che hanno registrato i maggiori danni, Coldiretti elenca i pomodori, utilizzati per “passate, polpe concentrati e sughi da conserve”, con un calo stimato del 12% rispetto allo scorso anno; il grano duro da pasta, per il quale “si prevede una contrazione media attorno al 10%”; le olive, le per quali si prospetta una delle peggiori campagne di raccolta degli ultimi decenni “addirittura inferiore all’annata pessima in termini quantitativi dello scorso anno con 182 mila tonnellate, già in calo del 62% rispetto all’annata precedente”.
Stesso pronostico anche per la vendemmia, “ridotta del 25%”.

Ma, a subire gli effetti di caldo e siccità, oltre che di fenomeni climatici finora insoliti alle nostre latitudini, non sono solo le colture. Gli animali, infatti, che seguono nella catena alimentare, stanno patendo la carenza di foraggio e, secondo Coldiretti, “il caldo stressa le mucche che producono fino al 20% di latte in meno”.

Per non parlare delle api, che “hanno sofferto le diffuse gelate primaverili a cui ha fatto seguito il caldo e la siccità con i fiori secchi per la mancanza di acqua e i violenti temporali estivi”, portando così la produzione di miele a dimezzarsi, “per un totale quest’anno attorno alle 10mila tonnellate, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni”.

Il risultato, quindi, è catastrofico sia per i produttori, con perdite salite a oltre 2 miliardi di euro, sia per i consumatori perché, essendo calata l’offerta, si trovano a spendere in più per gli stessi prodotti che l’estate scorsa hanno pagato di meno.

Sempre secondo Coldiretti il 2017 si classifica “tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre 200 anni”.

Unica nota positiva, che di certo non è sufficiente a compensare la vera e propria ‘decimazione’ registrata nelle produzioni agricole, è rappresentata dal fatto che caldo e siccità “hanno esaltato le caratteristiche qualitative” di alcuni prodotti, dalla raccolta di supergrano alla frutta dolcissima, “cui le condizioni climatiche hanno garantito un elevato grado zuccherino e di sostanze antiossidanti (vitamine, antociani e betacaroteni)”.