di Annarita D’Agostino

Lo spezzatino piace ai mercati: dopo l’ipotesi Jeep-Great Wall, ufficialmente smentita, sono gli scorpori dei marchi Maserati, Alfa Romeo e Magneti Marelli a far volare il gruppo Fiat Chrysler Automobiles in Borsa.
Secondo voci circolate negli ambienti del settore e riportate dall’agenzia Bloomberg, Fca starebbe pensando allo spin-off dei marchi Maserati, Alfa Romeo, Magneti Marelli e di altre attività di componentistica come Comau. “Le valutazioni’” all’interno del gruppo “procedono – scrive Bloomberg -, e vari opzioni sono allo studio”. Secondo gli analisti, l’operazione avrebbe un valore complessivo di circa 12 miliardi di euro: 7 miliardi per Maserati e Alfa Romeo, 5 per Magneti Marelli e altra componentistica.
Ieri, sulla scia delle prime indiscrezioni sui brand premium, Alfa Romeo e Maserati, il titolo Fca ha guadagnato il 5,75% a 12,13 euro sulla Borsa di Milano, mentre a Wall Street ha raggiunto il +7,05%, a 14,42 dollari per azione. Oggi il trend finanziario positivo prosegue: il rilancio dello spin-off Magneti Marelli sui quotidiani nazionali, a partire da La Stampa, fa raggiungere al gruppo il nuovo massimo storico in apertura della Borsa di Milano: +2,5% e 12,39 euro nei primi minuti di contrattazioni. D’altra parte, secondo Goldman Sachs Group, le attività di Fiat Chrysler acquisirebbero un valore di circa 50 miliardi di euro nel caso di scorporo dei singoli brand, il doppio rispetto ai 25 miliardi attuali. Inoltre, come scrive l’agenzia Ansa, “gli spin off della divisione del lusso e dei componenti consentirebbero a Fca di concentrarsi sul mercato delle auto di massa, rendendo la società più attraente per una potenziale unione con una casa automobilistica rivale”.
Per quanto riguarda Maserati e Alfa Romeo, la decisione finale sull’operazione non arriverebbe prima di inizio 2018 a causa dei ritardi nel rilancio di Alfa, mentre l’ad Fca, Sergio Marchionne, vorrebbe scorporare Magneti Marelli entro quest’anno sulla falsariga di Ferrari, per accelerare il piano di azzeramento dell’indebitamento del gruppo.
Intanto, il manager italo-canadese prepara il piano industriale, l’ultimo prima dell’addio nel 2019, ed è lui stesso che “ da tempo invoca la necessità di un consolidamento nel settore – scrive l’agenzia Adnkronos – e non ha risparmiato i segnali in direzione di possibili partner, a iniziare da General Motors. Ma gli acquirenti – in America come in Europa – scarseggiano. E questo non fa che rafforzare l’ipotesi di un partner cinese”.