di Annarita D’Agostino

Le banche italiane sono state esposte “oltre misura” alla crisi del debito sovrano esplosa con il default della Grecia: lo ha detto oggi il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo in Germania al Lindau Meeting on Economic Sciences. Fino alla crisi greca, “i debiti sovrani erano ritenuti privi di rischio, e questo al di là del rating dei titoli. La crisi della Grecia ha distrutto questa illusione e ha indotto a valutare nuovamente, in modo generale, i rischi nell’Ue”.
Il numero uno della Bce difende la politica monetaria espansiva adottata con il Quantitative Easing, intervento che consiste nella creazione e nell’iniezione di nuova moneta nel sistema finanziario ed economico. Per Draghi “ampie ricerche empiriche hanno affermato il successo di queste politiche nel supportare l’economia e l’inflazione, sia nell’Eurozona, sia negli Usa”. “Studi di un po’ di tempo fa, che partivano dall’assunto di mercati privi di frizioni finanziarie, avevano concluso che il Qe fosse assolutamente ineffettivo. Il nuovo focus sulle frizioni finanziarie – ha affermato – ha dimostrato che questa conclusione fosse ingiustificata”.
“Le azioni politiche decise negli ultimi dieci anni nella politica monetaria – ha proseguito – e nella regolazione e supervisione hanno resto il mondo più resiliente. Ma dovremmo continuare a prepararci per nuove sfide”. E queste nuove sfide impongono aggiustamenti, i quali a loro volta richiedono “una valutazione senza pregiudizi e onesta delle nuove realtà con occhi liberi, non gravati dalla difesa di paradigmi precedentemente detenuti che hanno perso ogni potere esplicativo”.
Insomma, il cambiamento impone il cambiamento. Ma le Borse europee non accolgono positivamente l’intervento di Draghi: dopo il suo discorso, l’indice Euro Stoxx cede lo 0,1% a 3.450 punti, Madrid è la peggiore con un calo dello 0,4%, mentre Milano, Parigi e Francoforte riescono a fermarsi al -0,1%. Londra resta sostanzialmente piatta (+0,02%).
Intanto, sempre dalla Germania arriva la notizia di un ‘Piano Schaeuble’, concepito per andare incontro alle richieste del presidente francese Emmanuel Macron. Secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Ansa citando il giornale tedesco Bild, il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, starebbe lavorando sull’ipotesi che i paesi del Sud Europa, in futuro, possano attingere all’Esm (Meccanismo di stabilità europeo) “non solo in caso di fallimento, ma anche per migliorare le congiunture in periodi negativi e in casi di catastrofi naturali”. In cambio, però, i beneficiari dovrebbero accordare all’Esm “maggiore influenza nelle politiche di bilancio degli Stati dell’Eurozona”, cioè di fatto maggiore influenza alla Germania, che versa 22 degli 80 miliardi in dotazione all’Esm.