Un anno è già passato da quel tragico 24 agosto quando il terremoto spazzo via i comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Una furia che si replicò il 30 ottobre causando danni gravissimi a centri storici come Norcia, Castelluccio, Visso e Ussita. Un anno in cui per gli abitanti dei 140 i comuni la vita è stata completamente sconvolta. Un anno in cui qualcosa in più si poteva e doveva fare.
A 12 mesi il governo fa il suo bilancio. “L’eccezionalità dei terremoti – ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni in conferenza stampa – ha portato a predisporre misure e risorse che nel recente passato non hanno precedenti. Il piano predisposto e l’impianto organizzato sono di grande rilievo. È un piano che non è privo di risorse. Se mettiamo insieme lo stanziamento in manovra, il fondo ricostruzione e i contributi Ue, parliamo di numerosi miliardi di risorse disponibili per misure immediate e misure di lungo respiro. Se quindi noi guardiamo all’eccezionalità, possiamo dire di aver messo in campo un sistema di risposta, risorse e strumenti pubblici eccezionali”.
Eppure è lo stesso premier a precisare che “nonostante i grandi sforzi e le risorse di numerosi miliardi stanziati non tutto sta marciando alla velocità necessaria: per questo rivolgo oggi il mio invito come capo del governo a tutte le amministrazioni, dalle Regioni ai Comuni, a fare il massimo sforzo e assunzione di responsabilità per accelerare le procedure”.
Per chi abita in quelle zone, però, forse il termine velocità non è appropriato, anzi. Sarebbe più giusto parlare di una lentezza disarmate.
Secondo quanto riferisce Legambiente “a un anno dal sisma che il 24 agosto ha colpito Marche, Lazio, Umbria e Abruzzo e a nove mesi dalle scosse devastanti di fine ottobre è stato rimosso solo l’8,57% delle macerie cioè circa 227.500 tonnellate dei 2.657.000 stimati dalle quattro Regioni. Rimangono da rimuovere oltre 2.400.000 tonnellate derivanti per la stragrande maggioranza dalle attività di demolizione parziale e totale dei fabbricati che permetteranno di ridimensionare le zone rosse”.
Bisogna dunque velocizzare e vedremo quali saranno le intenzioni del governo che intanto annuncia che “continuerà a svolgere un ruolo di coordinamento in un sistema che si evolverà con una maggiore responsabilità di Regioni e territori” e che “la circolare sulle tasse nelle zone colpite dal sisma sarà corretta”.
Dopo l’ufficializzazione delle dimissioni di Vasco Errani dal ruolo di commissario, Gentiloni annuncia che ne verrà nominato un altro, ma il suo ruolo cambierà. L’assetto della governance per la ricostruzione post sisma del 24 agosto scorso, ha spiegato, “è regolato dalla legge e si basa sulla figura del commissario. Noi ragioneremo nei prossimi mesi sulla evoluzione di questo assetto. Non c’è dubbio che siamo in una fase di passaggio, ma stiamo entrando nella fase della ricostruzione che deve vedere il protagonismo più netto e accentuato dei territori, sia a livello locale che regionale”.