di Claudia Tarantino

Trenitalia è stata sanzionata dall’Antitrust con una multa da 5 milioni di euro per “pratica commerciale scorretta” avendo escluso dai propri sistemi telematici di prenotazione dei titoli di viaggio le soluzioni più economiche, quelle cioè con i treni regionali, e presentando solo alternative con le Frecce e gli Intercity, che notoriamente sono più costose, “alterando in questo modo la scelta del consumatore”.

Ma non finisce qui, perché l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha anche stabilito per Trenitalia “l’obbligo di informare i consumatori”, pubblicando una “dichiarazione rettificativa” sul proprio sito internet, sull’App e sulle emettitrici self service presenti in stazione, perché la denominazione ‘tutti i treni’ è stata ritenuta “ingannevole” in quanto, appunto, il sistema di ricerca non permette di trovarli veramente tutti e i viaggiatori finora non sono stati “in alcun modo informati in merito a tale importante limitazione”.

Attraverso la collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza e d’intesa con i pareri espressi dall’Art-Autorità Regolazione Trasporti e dell’Agcom sul mezzo di diffusione, l’Antitrust ha quindi ritenuto la pratica commerciale di Trenitalia “scorretta ai sensi degli articoli 20, 21 e 22 del Codice del Consumo” e ha irrogato alla società la massima sanzione prevista.

Le associazioni dei consumatori
La sentenza dell’Antitrust è stata naturalmente accolta con favore dalle associazioni dei consumatori, come Codacons e Federconsumatori, che dichiarano rispettivamente di aver presentato “diversi esposti all’Antitrust segnalando anomalie nella fase di prenotazione dei biglietti ferroviari” e di aver “tentato di rendere evidente ai Dirigenti di Trenitalia l’irregolarità delle informazioni fornite ai passeggeri dal sito, purtroppo senza alcun successo”.

Federcosumatori fa notare che “l’irregolarità poteva riassumersi nel mancato rispetto del Regolamento Europeo 1371/2007” che prevede, tra l’altro, “l’obbligo dell’impresa di trasporto di far conoscere al passeggero “Orari e condizioni per il viaggio più veloce. Orari e condizioni per la tariffa più bassa”. Nonostante siano passati “oltre 8 anni dall’entrata in vigore del Regolamento Europeo sui diritti e doveri dei passeggeri del trasporto ferroviario – denuncia l’associazione – Trenitalia non offre questa possibilità (cui pure sarebbe obbligata dalla legge)”.

Per Codacons, invece, “la sanzione non basta: ora l’azienda deve indennizzare la pluralità di utenti danneggiati dalla pratica commerciale scorretta, applicando sconti a tempo determinato sui prezzi dei biglietti, così da risarcire la categoria dei passeggeri che, a causa delle irregolarità accertate dall’Antitrust, hanno sostenuto nel tempo maggiori ed ingiuste spese”.

La replica di Trenitalia
In una nota l’azienda “prende atto della decisione dell’Autorità” e scrive che “ne esaminerà con attenzione il contenuto, riservandosi di valutare le azioni più opportune da intraprendere”.

Secondo l’azienda “i sistemi di vendita sono stati concepiti e sviluppati con lo scopo esclusivo di agevolare, per quanto più possibile, l’individuazione della soluzione di viaggio maggiormente confacente, senza alcun intento distorsivo del processo di scelta della clientela”.

I parametri, quindi, attraverso sui il sistema propone le soluzioni sono solo tre: minore durata del viaggio, minore distanza percorsa e minore numero di cambi, “senza che il prezzo del biglietto assuma alcuna rilevanza a tal fine” scrive Trenitalia.

Inoltre, aggiunge la società partecipata da Fs, “da anni, sono state rese fruibili ulteriori funzioni di ricerca, come ad esempio un’apposita sezione per i treni regionali e una ricerca avanzata, in base a parametri discrezionali selezionati dai clienti, che ampliano così il ventaglio di opzioni e i criteri di scelta a disposizione dei consumatori”.