di A.D.

23 città per 2 agenzie: si preannuncia agguerrita la competizione fra gli Stati UE per accaparrarsi le sedi ufficiali dell’Agenzia del farmaco (Ema) e dell’Autorità bancaria europea al posto di Londra. Per la prima sono arrivate 19 offerte, per la seconda 8.
La Commissione europea fa sapere che “le due agenzie dovranno essere trasferite nel contesto dell’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Le future ubicazioni dovranno essere decise con un accordo comune dei 27 stati membri Ue”. Deadline per la scelta: novembre.
Nel dettaglio, a candidarsi per ospitare l’Ema, che conta 900 impiegati, sono Milano, Amsterdam, Barcellona, Lille, Atene, Bonn, Bratislava, Bruxelles, Bucarest, Copenhagen, Dublino, Helsinki, Porto, Sofia, Stoccolma, Malta, Vienna, Varsavia e Zagabria. Che la competizione sarà spietata lo confermano le dichiarazioni del sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a proposito della candidatura della capitale della Slovacchia: “Che Bratislava possa essere una seria candidata quando poi vediamo la partecipazione di quel Paese alle logiche delle immigrazioni, è qualcosa a mio giudizio inaccettabile”. “Se riuscissimo a portare a casa Ema – ha aggiunto – sarebbe una vittoria di Milano, della Lombardia, del governo. Sono certo che Gentiloni lo sa ma insisterò molto su questo aspetto perché sarebbe importante anche per il suo governo portare a casa Ema”.
Per l’Eba, 159 dipendenti, hanno presentato una candidatura Francoforte, Parigi, Lussemburgo, Praga, Bruxelles, Dublino, Vienna e Varsavia.
La scelta delle città avverrà ponderando una serie di criteri chiave: garanzia dell’operatività dell’agenzia nel momento in cui il Regno Unito lascerà l’Ue, accessibilità della nuova sede, esistenza di scuole per i figli del personale, accesso al mercato del lavoro e all’assistenza sanitaria per le famiglie del personale, continuità operativa e distribuzione geografica. Dopo una prima valutazione da parte della Commissione europea a settembre, ci saranno discussioni politiche fra gli Stati membri e poi il voto segreto a novembre.
La procedura è lunga e non sono esclusi colpi di scena rispetto alle previsioni, che danno ad esempio Francoforte favorita per l’Eba. Ma un perdente è certo: con la Brexit, la City di Londra rischia di rinunciare ad almeno 40mila posti di lavoro secondo un report sulle conseguenze nel settore bancario realizzato dalla società di consulenza Oliver Wyman. Ipotesi confermate dai piani post-Brexit già preparati dai colossi bancari, come Bank of America Merrill Lynch, Citigroup e Deutsche Bank, che prevedono il trasferimento delle loro attività in altri Paesi Ue.