di A.D.

Pochi troppo ricchi e tanti troppo poveri, anche se la ricchezza globale aumenta: secondo il ‘Global Wealth 2017’ del Boston Consulting Group il 45% della ricchezza è in mano all’1% delle famiglie. Sono 18 milioni, +7% rispetto all’ultima rilevazione. Nel nostro Paese l’1,2% delle famiglie, 307mila, posseggono il 20,9% della ricchezza, e il report stima che nel 2021 arriveranno ad essere 433mila, l’1,6% del totale, con uno stock pari al 23,9%.
Tuttavia “mentre la ricchezza finanziaria globale è cresciuta del 5,3% e, in Europa, del 3,2%, l’Italia – commenta Edoardo Palmisani, Principal di BCG – ha registrato una leggera battuta d’arresto riconducibile principalmente a riduzione di valore (cosiddetto effetto mercato) delle partecipazioni azionarie dirette e degli investimenti obbligazionari che avevano come controparte istituzioni finanziarie”. Dunque, gli squilibri nella distribuzione della ricchezza nel nostro Paese sono destinati ad aumentare.
Sono azioni e obbligazioni a trainare la crescita in tutto il mondo: nel 2021, secondo le stime del BCG,  si dovrebbe toccare la quota di 223.100 miliardi di dollari, con una crescita media annua del 6%, derivante in parti uguali dalla creazione di nuova ricchezza e dalla valorizzazione degli asset esistenti.
Lo sviluppo più rapido è avvenuto nell’area dell’Asia-Pacifico che, con un incremento del 9,5%, si prevede supererà il secondo mercato attualmente più ricco, l’Europa occidentale. Il primato resta a Stati Uniti, Canada e Messico, che segnano un +4,5%, mentre l’Europa occidentale è cresciuta del 3,2%. Positivo anche l’andamento di America Latina e Medio Oriente.