di Annarita D’Agostino

Lotta all’assenteismo sul posto di lavoro? Piuttosto arriva l’autocertificazione. L’idea è della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei medici che, da quattro anni, sollecita una revisione della Riforma Brunetta in questa direzione. E trova credito con una proposta di legge presentata dal vicepresidente della Commissione Igiene e Sanità, Maurizio Romani (Gruppo Misto), e assegnata alla Commissione Affari Costituzionali del Senato.
Il testo prevede che, in presenza di una malattia che il lavoratore ritiene invalidante ma passeggera, sarà lui stesso, sotto la sua esclusiva responsabilità, a comunicarlo al medico, il quale si limiterà a trasmettere la comunicazione all’Inps e al datore di lavoro per via telematica.
Il disegno di legge attenua poi le sanzioni per i medici, anche per rimediare ad alcune contraddizioni ed eccezioni di incostituzionalità rilevate nella Riforma dell’allora ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta.
Il solito scaricabarile di responsabilità? I medici sostengono di no: “Ci sono disturbi, come il mal di testa o lievi gastroenteriti, la cui diagnosi non può che essere fatta sulla base di sintomi clinicamente non obiettivabili. Il medico – spiega Maurizio Scassola, vicepresidente Fnomceo -, in questi casi, deve limitarsi, all’interno del rapporto di fiducia che lo lega al paziente, a prendere atto di quanto lamentato. Riteniamo che un’auto-attestazione potrebbe essere utile, prima ancora che a sollevare il medico, a responsabilizzare il paziente, come del resto già avviene, con ottimi risultati, in molti paesi anglosassoni. Auspichiamo dunque un iter rapido e l’approvazione entro fine legislatura”. Ma noi non siamo anglosassoni e la lotta ai cosiddetti ‘furbetti del cartellino’ rischia di essere soffocata condannando i tanti lavoratori onesti ad un’etichetta ingiusta.