di Annarita D’Agostino

Calano gli occupati e cresce la disoccupazione. Anche l’Istat certifica, con i dati di maggio, che i presunti risultati in termini di occupazione celebrati dal governo in questi mesi sono in realtà ingannevoli e che la serie positiva riscontrata negli ultimi 8 mesi non ha nulla di strutturale.  Rispetto ad aprile, infatti, l’istituto stima 51mila occupati in meno e un tasso di disoccupazione in risalita all’11,3%. Sono sempre i giovani i più penalizzati: il tasso di disoccupazione giovanile sale al 37%, con un incremento di 1,8 punti da aprile. Ci sono 25mila 15-24enni in più in cerca di occupazione rispetto al mese precedente.
Dopo cinque anni “il tasso di disoccupazione torna ai livelli di fine 2012 dopo aver toccato il 13% a novembre 2014” spiegano dall’Istat. Le persone in cerca di disoccupazione a maggio crescono dell’1,5% (+44 mila). Risultano in aumento solo gli occupati ultracinquantenni e i dipendenti con contratti a termine.
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, dichiara che “la diminuzione degli occupati registrata a maggio non muta le tendenze di medio-lungo periodo dell’occupazione”. E ancora: “Per far fronte al troppo elevato tasso di disoccupazione giovanile è necessario concentrare verso questo obiettivo gli interventi per sostenere e promuovere l’occupazione”. Ma passano gli anni e l’impressione è che si resti allo stadio della definizione degli obiettivi.