di A.D.

Con i decreti sul 5 per mille, sull’impresa sociale e il codice, il governo completa la riforma del Terzo Settore, avviata due anni fa, che interessa 300.000 associazioni, 1 milione di lavoratori e 5 milioni di volontari: “regoliamo definitivamente una materia molto complessa” ha dichiarato il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, al termine del Consiglio dei Ministri che ha dato il via libera ai provvedimenti, “ma parliamo soprattutto di organizzazioni essenziali per la coesione sociale e la buona vita delle nostre comunità. L’abbiamo fatto per dare un riconoscimento politico e normativo a questo mondo, cercando di superare elementi di frammentazione nella normativa e introducendo elementi di innovazione”. Tuttavia, per dare efficacia alla riforma, saranno necessari “decreti ministeriali, circolari e atti, una serie di provvedimenti attuativi per fare in modo che la legge diventi una realtà concreta nel rapporto diretto con le organizzazioni interessate sul territorio” ha precisato il ministro.
Come ha spiegato il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba, “dei 190 milioni di dotazione finanziaria, il 60% è dedicato a incentivi di carattere fiscale come l’incremento delle detrazioni per quanto riguarda le donazioni dei cittadini verso queste organizzazioni”.
Tra i punti principali della riforma, “la definizione di cosa sia il Terzo settore” e il “registro unico” che sarà “un unico punto di riferimento, gestito dalle regioni su un’unica piattaforma nazionale. Questo significa più trasparenza e informazioni più ricorrenti. Per le istituzioni, migliore conoscenza dei soggetti a cui si erogano i fondi”.
Dal punto di vista delle risorse, ci sarà inoltre “un fondo per i progetti innovativi” che, per il primo anno, avrà una dotazione di 65 milioni. “Con le risorse nel primo anno – prosegue Bobba – si andrà a incrementare il fondo per il servizio civile in modo da mantenere anche per il 2018 lo standard di quest’anno, con circa 50mila posti disponibili”. Il 5 per mille sarà erogato con meccanismi più rapidi e “i beneficiari dovranno rendere conto con una informazione sostanziale su come impiegheranno le risorse che il cittadino destina con questo meccanismo di sussidiarietà fiscale”.