di Barbara Faccenda

L’evoluzione del rapporto tra terrorismo internazionale e criminalità organizzata pone significative sfide alla comunità internazionale. In Europa è dimostrata l’esistenza di un collegamento tra reati minori e terrorismo internazionale (di seguito terrorismo), dove gli individui ai margini della società e dell’economia formale ovvero in prigione sono più vulnerabili alla radicalizzazione. Le attività dei terroristi e dei criminali organizzati frequentemente si rafforzano l’un l’altra dove i terroristi si impegnano direttamente o indirettamente in attività di crimine organizzato come i traffici, il contrabbando, l’estorsione, i rapimenti a scopo di riscatto e i traffici illeciti di risorse naturali, per benefici sia finanziari che materiali. Questi benefici contribuiscono a minare la sicurezza statale, la stabilità e lo sviluppo sociale ed economico, e a loro volta possono creare o mantenere condizioni per cui i gruppi della criminalità organizzata possono fiorire. Dall’altra parte, i gruppi della criminalità organizzata possono impiegare tattiche terroristiche, incluso l’uso strategico della violenza, per il raggiungimento dei loro obiettivi.
Allo scopo di progettare una risposta politica appropriata, è necessario riconoscere l’importanza della distinzione strategica tra quelle situazioni in cui le condizioni causali e di attivazione del crimine organizzato ovvero dell’estremismo violento convergono, in cui è possibile un’azione di monitoraggio e preventiva, da quelle situazioni dove la relazione tra criminalità organizzata e terrorismo è già esistente e quindi è richiesto un approccio specifico.
La criminalità organizzata transnazionale e le attività terroristiche hanno l’effetto di rafforzarsi l’un l’altra, trasformando la loro relazione in un rapporto di simbiosi, in cui è sempre più difficile operare una distinzione significativa tra le due.
In linea generale, i gruppi terroristici sono quelli che deliberatamente sfidano l’autorità dello Stato e cercano un cambiamento politico attraverso la violenza (o la minaccia dell’uso della violenza) per molte ragioni incluso quelle ideologiche. Per i gruppi terroristici, l’impiego delle risorse è visto come uno strumento per raggiungere i propri obiettivi, piuttosto che l’obiettivo stesso. In contrasto, i gruppi della criminalità organizzata non hanno come obiettivo un cambiamento politico: si occupano molto di più del profitto. Quindi ogni distruzione di apparati statali piuttosto che del sistema politico nel suo complesso è finalizzata alla creazione, espansione e mantenimento delle condizioni per cui possano beneficiare delle loro operazioni. Diversamente dai gruppi terroristici che cercano generalmente un cambiamento politico o ideologico, i gruppi della criminalità organizzata ricercano benefici personali finanziari o materiali come obiettivo finale.
Le dinamiche dei gruppi, in realtà, sono guidate dall’ambiente locale, dai flussi di risorse disponibili; ogni gruppo (terroristico e criminale) è unico e per questo lo è anche la relazione tra loro. Gruppi come Al-Qaeda nel Maghreb islamico, BokoHaram, Al-Shabaab hanno tratto vantaggi dalle dinamiche regionali, da strutture statali deboli, da una diffusa corruzione per impegnarsi in attività criminali come rapimenti a scopo di riscatto, traffico di droghe, sfruttamento,così che le loro attività si sono poi trasformate in influenza politica e in potere militare e finanziario.
In Europa il declino dell’utilizzo da parte della criminalità organizzata tradizionale della tattica terroristica viene supplito dalla crescente tendenza da parte di criminali individuali “a breve termine” di condurre attacchi terroristici.
La politicizzazione e la radicalizzazione distante di criminali al livello individuale (da parte di gruppi come IS o altri jihadisti salafiti attraverso internet e i social media) ha permesso ai gruppi terroristici di trarre vantaggio dall’irrequietezza e vulnerabilità di questi individui (che sono già equipaggiati per finanziarsi da soli attraverso attività criminali) per condurre i loro attacchi, senza riguardo alle frontiere.AbdelhamidAbaaoud, il leader degli attacchi a Parigi del novembre 2015, Mohamed LahouaiejBouhlel, che uccise 84 persone guidando un camion sui passanti a Nizza e numerosi altri sono stati coinvolti in varie forme di criminalità prima di diventare jihadisti. L’attacco a Madrid del 2004 che ha ucciso 191 persone e ne ha ferite 1600 è stato finanziato primariamente dal leader di una piccola, ma efficiente rete di traffico di droga che contrabbandava hashish dal Marocco e ecstasy dall’Olanda alla Spagna. È facile intuire il motivo per cui alcuni terroristi che pianificano simili tipi di attacchi vorrebbero seguire il modello di Madrid: piccole somme di denaro raccolte nel corso del tempo attraverso attività criminali banali come la droga, vari tipi di frode e piccoli furti.
Va notato che molte reclute dell’IS, particolarmente quelle europee, hanno potuto contare sul traffico di droghe come generatore di guadagni ad un livello che M. Ranstorp definisce: “micro-finanziamento del Califfato”. Il continuo guadagno della vendita di narcotici permette ai jihadisti in Europa la flessibilità finanziaria necessaria per viaggiare in Siria e tornare così come risparmiare denaro per facilitare l’ottenimento di risorse necessarie per pianificare un attacco terroristico (ad esempio veicoli, armi, telefoni cellulari). In aggiunta al traffico di droghe, i criminali europei che hanno viaggiato per unirsi all’IS hanno anche finanziato le loro attività attraverso vari tipi di frode (mutui, carte di credito, imposta sul valore aggiunto), piccoli furti e criminalità di basso livello.
È probabile che nel breve, medio termine il nesso si presenti come è ora, specialmente con il ritorno dei foreign fighters nei loro paesi di origine in Europa. Invece il futuro della correlazione sarà complicato dai progressi tecnologici, inclusi, ma non limitati alla criptazione, valute virtuali, l’evoluzione della stampa 3-D e il dark web.
La letteratura e le risposte sul contrasto al finanziamento al terrorismo, che è spesso strategicamente unitoalla prevenzione del riciclaggio di denaro sono ben documentate emolto più efficaci in contesti di finanziamento al terrorismo dove il denaro è mosso attraverso un sistema finanziario: crescenti somme di denaro spostate attraverso il sistema finanziario informale “hawala” o attraverso metodi non-tradizionali come le valute virtuali, il trasferimento di denaro o anche canali dei social media e reti. Pochi o nessun intervento pragmatico di cui si sia a conoscenza si è concentrato sull’abilità di estorsione o di tassazione della popolazione locale da parte dei gruppi locali: flussi di guadagni identificati come i principali metodi di finanziamento dei gruppi terroristici contemporanei. I terroristi beneficiano anche ed utilizzano le capacità logistiche e i servizi offerti dai gruppi criminali, per esempio accedendo a logistiche di viaggio e di trasporto e a documentazione falsa. Non c’è stato uno studio sistematico che abbia esaminato specificatamente cosa causerebbe o preverrebbe un gruppo criminale dall’offrire i propri servizi ad un’organizzazione terroristica. Inoltre è opinabile che questa forma di fornitura di servizi tecnici rappresenti l’alleanza strategica tra organizzazioni criminali e terroristiche che il concetto di “nesso” è inteso a comunicare.
Il desiderio di avere un quadro teoretico coinciso e assimilabile per la correlazione tra criminalità organizzata e terrorismo e le risposte programmatiche si sono ampiamente focalizzate nell’affrontare le questioni legate al finanziamento del terrorismo, rafforzare i protocolli attraverso cui il denaro illecito può essere guadagnato, trasferito, ottenuto, oscurando le importanti differenze locali in ogni contesto. In più, le motivazioni individuali per unirsi ai ranghi di organizzazioni terroristiche e/o impegnarsi in condotte criminali possono variare a molti livelli. Quindi nel progettare delle risposte adeguate per essere efficaci in un contesto particolare, i politici dovrebbero considerare e valutare la minaccia crimine organizzato-terrorismo ai livelli macro-meso-micro, in cui per macro livello s’intende il buon governo, anticorruzione, contrasto all’impunità e alla marginalizzazione sociale e all’esclusione. Per livellomeso: riconoscere che periodi di instabilità politica, compreso i cambiamenti incostituzionali nei governi, processi elettorali controversi sono periodi di vulnerabilità. Ed infine a livello micro: focalizzarsi sui servizi ai cittadini e sull’orientamento degli apparati dello Stato, in particolare nel settore della sicurezza e della giustizia, punti critici per prevenire che si scatenino eventi funesti. Questo tipo di valutazione ha lo scopo di determinare sia chi possa rispondere nel migliore dei modi(servizi di sicurezza, apparati di polizia giudiziaria o entrambi) sia di programmare interventi mirati.