di Claudia Tarantino

Per la Confederazione Generale Italiana delle Imprese, delle Attività Professionali e del Lavoro Autonomo, “anche ad aprile il disagio sociale fa marcia indietro”, scendendo di ulteriori 0,8 punti rispetto al mese precedente.

Il Misery Index Confcommercio (MIC), elaborato dall’Ufficio Studi dell’Associazione sulla base dei dati relativi alla disoccupazione e ai prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto, si è attestato, infatti, per il mese di aprile su un valore di 19,1 punti, “consolidando la tendenza al ridimensionamento emersa già nel mese precedente e ritornando sui valori di novembre dello scorso anno”.
Isolando questa analisi dal più ampio contesto di dati forniti periodicamente dall’Istat su inflazione, disoccupazione e povertà, “i segnali emersi nell’ultimo mese – come dichiara la stessa Confcommercio – sono indubbiamente incoraggianti”.

Il timore, però, è che i parametri che hanno influito significativamente sull’andamento del MIC, e cioè il rallentamento del tasso di variazione dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto (dal 2,7% di marzo al 2,2% dell’ultimo mese), ed il rientro della disoccupazione estesa (scesa di quattro decimi di punto), siano solo parzialmente indicativi della reale situazione in cui vivono le famiglie italiane, costrette a scontrarsi con numerosi aspetti di fragilità periodicamente rilevati ed evidenziati dall’Istat.

Difficile, infatti, dimenticare i bollettini sulle condizioni socio-economiche delle famiglie che rivelano quanto sia cresciuta la quota di persone che ha rinunciato a una visita specialistica negli ultimi 12 mesi perché troppo costosa, oppure i dati sul calo di fiducia dei consumatori e delle imprese a causa dello stallo della situazione economica del Paese ma anche del peggioramento delle aspettative riguardanti il lavoro. O, ancora, i continui allarmi sull’occupazione giovanile, con solo il 60,3% dei giovani tra i 25 e i 34 anni che in Italia lavora, ed il calo degli investimenti registrato per il settimo anno consecutivo.

Al di là di calcoli e tabelle, è tuttavia condivisibile la conclusione di Confcommercio, secondo cui “per un concreto ridimensionamento dell’area del disagio sociale, in grado di restituire fiducia alle famiglie e migliorare le capacità reddituali, è necessario che le tendenze, soprattutto sul versante del mercato del lavoro, si consolidino favorendo un rientro della disoccupazione ufficiale, soprattutto nelle fasce di età più giovani”.