di Claudia Tarantino
Come se non bastasse la crisi economica ad incrementare i livelli di disoccupazione, arrivano anche la tecnologia e l’intelligenza artificiale a mettere i bastoni tra le ruote a chi cerca un lavoro, soprattutto in determinati settori.
Se sei un cassiere, un cuoco o addetto alle vendite, infatti, corri il più alto rischio che presto un robot ti rubi il lavoro. A calcolarlo è il sito creato da Mubashar Iqbal e Dimitar Raykov, che si chiama appunto ‘Will Robots take my job?’ (I Robot prenderanno il mio lavoro?), secondo cui le uniche professioni che hanno meno da temere sono i coreografi (0,4%), i farmacisti (1,2%) e gli ingegneri (1,4%), considerati ‘totalmente sicuri’.
Il sito ha messo insieme i risultati di una ricerca della Oxford University del 2013 e alcuni dati statistici, così che digitando la propria occupazione viene fuori la percentuale di rischio che a breve non sia più un essere umano a svolgerla, bensì una macchina dotata di intelligenza artificiale.
Eppure, finora abbiamo creduto, e forse anche sperato, che i robot fossero solo un valido aiuto, che lavorassero insieme alle persone, una sorta di compagni di lavoro quindi, certo non dei veri e propri sostituti. Invece, sembra piuttosto che i progressi dell’intelligenza artificiale stiano portando proprio a questo.
L’indagine condotta dalla Oxford University, che nel 2013 fece da apripista sull’argomento, calcolò che il 47% delle occupazioni negli Stati Uniti era a rischio di essere sostituita dai robot. Poi il dibattito è andato avanti e le analisi si sono estese anche alla Gran Bretagna. Secondo stime più recenti, infatti, otto milioni di posti di lavoro negli Usa e 15 milioni nel Regno Unito sono a rischio per l’automazione nei prossimi anni.
E pensare che, almeno nelle intenzioni, la tecnologia avrebbe dovuto affrancare l’uomo dalle fatiche del lavoro manuale, non creare disoccupazione sostituendosi ad esso.
In tal caso, varrebbe prendere in seria considerazione le parole del co-fondatore di Microsoft, Bill Gates, secondo cui “i robot che svolgono lavori umani dovrebbero pagare le tasse”.