di Caterina Mangia

“La questione del lavoro è centrale”. E’ su questo tema che “vediamo l’eredità più dolorosa della crisi”.
E’ questa la priorità stabilita dal governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, nelle sue considerazioni finali all’assemblea dell’Istituto. Nella vasta platea di autorità hanno partecipato, tra gli altri, il presidente della Bce Mario Draghi e il segretario generale dell’Ugl Francesco Paolo Capone.
Di seguito i principali argomenti affrontati nella sua relazione:
OCCUPAZIONE – Secondo Visco, “i pur significativi benefici in termini di occupazione” derivanti dai tagli dei costi operati in passato “si sono rivelati effimeri perché non sono stati accompagnati dal necessario cambiamento strutturale di molte parti del nostro sistema produttivo”.
PIL – Le conseguenze sull’economia della doppia recessione, ha aggiunto il numero uno dell’Istituto di via Nazionale, sono state più gravi di quelle della crisi degli anni Trenta, con un Pil che, “agli attuali ritmi di crescita, tornerebbe sui livelli del 2007 nella prima metà del prossimo decennio”. L’Italia resta inoltre indietro rispetto alla media europea: l’aumento del prodotto interno lordo, che nell’area euro “dovrebbe essere prossimo al 2 per cento”, in Italia sarebbe soltanto della metà.
DEBITO PUBBLICO E CREDITI DETERIORATI – Secondo il governatore, a rendere “vulnerabile” l’economia italiana alle turbolenze sui mercati e ad “amplificare gli effetti delle fluttuazioni cicliche” sono principalmente il debito pubblico e i crediti cosiddetti deteriorati, che “riducono i margini di manovra dello Stato e degli intermediari finanziari”; l’elevato debito, in particolare, “è un fattore di vulnerabilità grave, condiziona la vita economica del paese”. Visco ha poi citato il presidente emerito della Repubblica e governatore onorario Carlo Azeglio Ciampi, scomparso a settembre: “un programma di riduzione del debito pubblico credibile
può rafforzarsi da sé. Si può innescare un circolo virtuoso simile a quello che ci consentì di aderire all’euro. Non potremmo rendere un tributo migliore alla memoria di Carlo Azeglio Ciampi, che quel programma definì e mise in atto”.
RIFORME E INVESTIMENTI PUBBLICI – Alla luce del quadro illustrato, secondo il governatore si deve agire con efficacia e determinazione: “sul terreno delle riforme, su quello della finanza pubblica, per le banche servono altri passi in avanti, non retromarce”. Altro elemento da affrontare tempestivamente è quello relativo alla spesa riguardante gli investimenti pubblici, che “deve tornare a crescere”, perché è “in calo dal 2010”. “L’adeguamento strutturale dell’economia – ha proseguito – richiede di continuare a rimuovere i vincoli all’attività d’impresa, incoraggiare la concorrenza, stimolare l’innovazione”.
BANCHE – Secondo il governatore della Banca d’Italia, gli istituti bancari italiani “devono proseguire con assiduità nella razionalizzazione della rete degli sportelli, nella revisione, anche profonda delle strutture di governance, nella riduzione dei costi di lavoro a tutti i livelli”. I casi di crisi di diverse banche italiane “sono stati risolti o sono in via di soluzione” ma la riorganizzazione è necessaria anche per gli istituti sani: “va chiusa – ha detto il governatore – l’eredità della doppia recessione, che le nostre banche hanno subito, non determinato. Non è in crisi il ‘sistema’ bancario, ma
la sua forza è indissolubilmente connessa con la forza dell’economia”.
POLITICA – Con le dovute misure, ovvero con politiche economiche di “veduta lunga”, che mettano “in evidenza i benefici per i cittadini”, c’è spazio per guardare al futuro con maggiore speranza: Visco si è definito “fiducioso che, al di là dell’incertezza politica, il nostro Paese saprà ottenere risultati che servono l’interesse generale, tenendo conto di chi resta indietro e di chi arretra, liberando l’economia da inutili vincoli, rendite di posizione, antichi e nuovi ritardi”. Tutto ciò a patto che il consenso vada ricercato “con la definizione di programmi chiari, ambiziosi, saldamente fondati sulla realtà”.
EUROPA – Per quanto riguarda l’Europa, secondo il governatore di Bankitalia
“manca un’efficace azione di coordinamento” tra i piani nazionali e sovranazionali sulla “gestione” delle crisi bancarie. Visco invita inoltre la Commissione europea a muoversi con tempestività sull’ipotesi di una “bad bank” europea: “l’incertezza rallenta la definizione delle transazioni in corso, scoraggia quelle che potrebbero realizzarsi nei prossimi mesi”.