di A.D.

Con la firma del decreto del presidente del Consiglio dei ministri sulla ripartizione del Fondo Investimenti “simbolicamente diamo avvio ad un grande piano di investimenti pubblici per grandi opere”: così il premier Paolo Gentiloni ha annunciato oggi il via libera del governo al progetto di sviluppo infrastrutturale del Paese. Ma, di simbolico, non c’è solo la firma del decreto. L’esecutivo impiegherà 47 miliardi di euro nell’arco temporale dei prossimi 15 anni: oltre 20 saranno destinati a strade, ferrovie e porti; 8 miliardi andranno alla messa in sicurezza degli edifici pubblici, in particolare scuole e musei; “poi – ha spiegato Gentiloni – abbiamo altri investimenti per il settore ambiente, acqua, sanità, risanamento per le periferie sul quale lavoreremo da qui in avanti anche con un secondo dpcm, il settore della difesa, ricerca spaziale scientifica e tecnologica”.
Una semplice divisione ci consente di verificare che, per ogni anno, saranno a disposizione poco più di 3 miliardi di euro per l’adeguamento competitivo dell’ Italia a livello infrastrutturale. La cifra sarà sufficiente a colmare lacune pluridecennali?
Il dubbio è la regola se si considera la situazione del nostro Paese: secondo un riepilogo fatto da Huffington Post in occasione del tanto celebrato completamento della Salerno-Reggio Calabria a dicembre scorso, la sola autostrada A3 è costata al Paese “368 miliardi di lire per realizzarla e altri 7,5 miliardi di euro (dagli anni Novanta) per ammodernarla” e cinquantacinque anni di lavori in corso.
Letta alla luce di questa paragone, l’affermazione del premier Gentiloni – “cifre e dimensioni temporali non consuete per l’Italia” – racchiude in sé la fragilità del piano del governo rispetto ai reali bisogni del Paese.

>ANSA-SCHEDA/ Piano investimenti pubblici, 47 mld in 15 anni
Qui nel dettaglio le misure contenute del decreto presidenziale firmato oggi dal Presidente del Consiglio, le prime tre riconducibili alla competitività, le altre tre alla qualità della vita e alla sicurezza.

1) Infrastrutture di comunicazione per il rafforzamento della competitività (20,4 mld)
a) Infrastrutture ferroviarie.
b) Infrastrutture stradali rete ANAS.
c) Trasporto pubblico locale e ferrovie non interconnesse.
d) Infrastrutture portuali e Mose.
e) Fondo progettazione opere e interventi.

2) Investimenti per il sostegno della competitività e delle esportazioni (1,7 mld)
a) Informatizzazione giustizia.
b) Potenziamento del credito all’esportazione.

3) Investimenti nella ricerca (2,0 mld):
a) Ricerca spaziale (Min. Difesa e Min. Istruzione), di cui
una quota affidata ad Asi.
b) Ricerca scientifica, tecnologica e sanitaria.

4) Infrastrutture per il miglioramento della qualità della vita (1,7 mld + 0,8 per riqualificazione periferie con separato DPCM)
a) Rete idrica.
b) Risanamento ambiente e difesa suolo.
c) Strutture sportive.
d) Barriere architettoniche.
e) Edilizia sanitaria.
f) Musei.
g) Edilizia residenziale pubblica.

5) Infrastrutture per la sicurezza dei cittadini (7,7 mld)
a) Casa Italia.
b) Prevenzione rischio sismico.
c) Messa in sicurezza edifici pubblici.
d) Messa in sicurezza scuole.
e) Polizia e vigili del fuoco e sicurezza pubblica.
f) Messa in sicurezza musei.

6) Investimenti per la sicurezza nazionale e l’alta tecnologia (12,8 mld)
a) Programmi ad alta tecnologia MiSE – Difesa.
b) Investimenti Difesa.