di Caterina Mangia

La questione dei voucher rischia di essere la miccia che farà esplodere una crisi di governo. Invece di essere discusso nelle sedi opportune con le parti sociali, infatti, il tema è al centro di una bagarre politica in cui si susseguono retroscena, smentite e dietrofront.
Tutto è iniziato ieri, quando è scoppiata la lite sulla proposta di inserire un emendamento parlamentare alla manovra correttiva per la regolamentazione del lavoro occasionale, contenente una norma sostitutiva dei buoni lavoro anche per le imprese di non più di cinque dipendenti.
L’introduzione di una sorta di voucher-bis per le imprese ha fatto alzare gli scudi ai bersaniani del Movimento Democratico e Progressista: “se verrà posta la fiducia noi non la voteremo”, ha spiegato Francesco Laforgia, capogruppo di Mdp a Montecitorio, minacciando di uscire dalla maggioranza. Di segno opposto la reazione di Ap, che invece ha chiesto di estendere la norma a tutte le imprese.
Secondo un retroscena pubblicato stamani da Repubblica, il “nodo voucher” sarebbe un pretesto utilizzato dai renziani per creare un casus belli nella maggioranza e andare al voto. Per il quotidiano, il segretario del Pd Matteo Renzi sarebbe “pronto a capitalizzare ogni evento che lo avvicini alle urne” mentre il premier Paolo Gentiloni si sarebbe lamentato della battaglia sul tema dei buoni lavoro: “così rischiano di sfasciare tutto”, avrebbe detto in privato ad alcuni ministri.
La ricostruzione del giornale è stata prontamente confutata da più parti: in una nota Palazzo Chigi “smentisce i fantasiosi retroscena apparsi oggi su un quotidiano e ogni
riferimento a dubbi del presidente del Consiglio circa la proposta di buoni lavoro per le prestazioni occasionali delle famiglie e delle imprese”. “Si tratta – prosegue la nota – di strumenti indispensabili per evitare che tali prestazioni si svolgano in nero. Non è certo la reintroduzione dei voucher che il governo aveva abrogato. E’diverso lo strumento, è del tutto diversa la platea”. Anche il presidente dei deputati del Pd, Ettore Rosato, dichiara “assurde” le ricostruzioni “sul Pd che vuole utilizzare la questione voucher per mettere in difficoltà Gentiloni. Noi – ha aggiunto – difendiamo il nostro premier e abbiamo sempre concordato la linea da seguire”. Il parlamentare si è detto pronto a un dietrofront sull’emendamento: “siamo pronti tuttavia a ritirarlo se questo è il volere del Governo. Non cerchiamo nessun incidente parlamentare avendo sempre parlato il linguaggio della chiarezza. Adesso aspettiamo indicazioni da Palazzo Chigi”.
Al di là dei giri di walzer della politica, il vero dato ancora una volta è un solo: quando si parla di lavoro, la concertazione è ancora la grande assente. Con buona pace dei lavoratori.