di A.D.

In arrivo nuove misure di austerità per i greci: il Parlamento nazionale ha approvato, nella tarda serata di ieri, un disegno di legge che prevede nuovi tagli alla spesa pubblica per 4,9 miliardi di euro complessivi, con i quali il governo spera di alleggerire i debiti e ottenere, entro fine mese, nuove erogazioni di prestiti da parte dei creditori dell’UE e del Fondo monetario internazionale.
I tagli riguardano pensioni e sgravi fiscali per il periodo che va dal 2018 al 2021. Ad essere colpiti saranno dunque, ancora, le fasce più deboli della popolazione.
La situazione sociale e politica del Paese resta tesa: prima della votazione, la polizia ha lanciato lacrimogeni per respingere i manifestanti, più di 10.000 secondo le stime ufficiali, che assediavano il Parlamento e che avevano iniziato a lanciare bottiglie di molotov. Anche all’interno dell’Assemblea legislativa il clima resta caldo e le divisioni evidenti: sono 153 i deputati della coalizione di maggioranza che hanno votato a favore dei nuovi tagli, ma ben 128 quelli contrari, mentre i 17 deputati del partito neonazista Alba Dorata non hanno partecipato al dibattito poiché sono stati bloccati dopo che uno dei loro membri aveva spintonato un avversario politico.
Il primo ministro della Grecia, Alexis Tsipras, ha accettato di varare il nuovo ciclo di tagli e minori sgravi per sbloccare il pagamento di una tranche di finanziamento in contanti in tempo utile al rimborso di alcune scadenze debitorie che incombono a luglio. Si tratta di 7 miliardi di euro, che il governo di Atene spera di ottenere già dalla riunione dei ministri delle finanze dell’eurozona, calendarizzata per lunedì 22 maggio.
In cambio dei tagli, lo Stato promette misure di sostegno alla povertà, come sovvenzioni su affitti e medicine. Ma, per ora, la Grecia non vede la luce in fondo al tunnel della crisi.